LOCKHEED - Mimmo: passione US Naval Aviation

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LOCKHEED
Lockheed Corporation
Lockheed (Vega) Aircraft Division
Lockheed Aircraft Corporation
Lockheed-Georgia Company
Lockheed Aeronautical Systems Company
Lockheed-California Company
Sistema di designazione contemporaneo (in uso dal 1962)
La Lockheed, un altro dei giganti dell’industria aeronautica statunitense, incominciò a lavorare per la US Navy un po’ in ritardo rispetto alle altre grandi, il primo ordine, infatti, risale al 1942.
La Lockheed Corporation, però, esisteva già dal 1926 e lavorava principalmente in campo civile. I suoi progetti, abbastanza all’avanguardia per le loro epoche, furono numerosi. Il Model 1 Vega del 1927, era un monomotore da 450 hp, monoplano con ala alta con 6 passeggeri, utilizzato anche dall’USAAC. Nel 1935 fu lanciato il Model 10 Electra, bimotore da 900 hp complessivi, completamente metallico ad ala bassa, capace di 10 passeggeri più bagaglio, diretto concorrente del Boeing 247 e del Douglas DC-2; caratterizzato dall’architettura a due derive installate alle estremità del piano orizzontale; esso fu la base di sviluppo di altri modelli. Da esso fu infatti sviluppato il Model 14 Super Electra del 1937, bimotore con 1800 cavalli complessivi; da quest’ultimo fu sviluppato un bombardiere medio noto come Hudson.
Nel 1946 iniziò l’avventura della Lockheed nel campo dei quadrimotori, il Model 49 Constellation, grosso velivolo ad ala bassa e carrello anteriore che avrebbe fatto la storia dell’aviazione, era pressurizzato e, con i suoi 8800 cavalli complessivi, era capace di portare fino ad 80 passeggeri attraverso l’Atlantico. Il Model 1049 Super Constellation, versione allungata del precedente seguì nel 1951; esso aveva ben 13000 complessivi, per più di 100 passeggeri.
Nel 1957 fu introdotto il Model 1649 Starliner, versione finale della famiglia Constellation con ulteriori 400 cavalli che furono sfruttati per il maggiore confort dei passeggeri; con esso si concluse una produzione circa 860 velivoli nell’arco di una quindicina d’anni. Nello stesso 1957 fu lanciato un altro velivolo passeggeri, il Model 188 Electra, quadriturbina con 15000 hp complessivi e con circa 100 posti, prodotto in meno di duecento esemplari. Fu un programma sfortunato per due motivi, il primo dei quali fu un errore di progettazione nell’accoppiamento tra gondole motori e ala che portò a tre incidenti catastrofici in seguito ai quali praticamente gli ordini si fermarono; ci fu però anche il fatto che l’introduzione del motore a getto rese obsoleta la trazione ad elica per il trasporto civile e le aerolinee diressero il loro interesse verso le nuove macchine che stavano arrivando.
Nel 1961 a Burbank cercarono di entrare anche nel campo dei jet executive con velivoli simili nella configurazione a tutti i loro concorrenti: ala bassa, impennaggi tradizionali e motori in coda: i Model 329 e 1329 JetStar; i motori, però, erano quattro, per assicurare prestazioni ed autonomia; forse era un po’ troppo anche per i ricchissimi uomini d’affari che avrebbero dovuto utilizzarlo attraverso gli oceani; ne furono prodotti solo un paio di centinaia di cui molti andarono ad istituzioni statali come le forze armate; fu famoso il secondo esemplare di proprietà di Elvis Presley (!?!) che, per poter stare eretto in cabina, fece abbassare la quota del pavimento rinunciando ai vani inferiori.
Nel 1972 entrò in servizio il Model 1011 Tristar, trimotore passeggeri con fusoliera a due corridoi; probabilmente a causa del grande impegno nel campo militare, la Lockheed aveva saltato la fase degli aerei di linea a fusoliera stretta, quella dei Boeing 707, dei Douglas DC-8 e loro derivati, tanto per capirci; essa entrò direttamente nella sfida dei “wide bodies” con questo modello con cabina capace di quasi 250 passeggeri in una configurazione a nove posti per fila. Questa impostazione non si rivelò conveniente, da un punto di vista gestionale, perché la manutenzione del terzo motore aveva costi elevati, inoltre la concorrenza era veramente agguerrita, da un lato il Jumbo Jet della Boeing che era imbattibile, dall’altro l’avvento dei grossi bimotori come Boeing 767 ed Airbus A300, che furono in realtà i veri avversari dei trimotori. Dopo circa 250 velivoli prodotti, la Lockheed uscì da questa fetta di mercato.
I relativamente piccoli successi in campo commerciale furono però compensati da quelli militari.
A parte i prodotti specifici per la USN, di cui si parla in seguito, vanno assolutamente citati un certo numero di progetti che furono di gran successo. Il caccia P-38 Lighting del 1939, bimotore monoposto a lunga autonomia con potenze comprese tra 2400 e 3200 cavalli, nato per la scorta ai bombardieri, fu prodotto in più di 10000 esemplari. Nel 1944 entrò in produzione il P-80 Shooting Star, caccia monomotore a getto da 7,5 tonnellate di peso massimo, ed il suo derivato biposto da addestramento T-33, costruiti complessivamente in più di 8300 esemplari. Fu poi la volta dell’F-94 Starfire del 1949, caccia ognitempo derivato dal precedente, biposto da quasi 11 tonnellate di peso massimo. Nel 1954 nacque una stella: l’F-104 Starfighter del 1954, conosciutissimo e amatissimo caccia monomotore supersonico adottato anche in Italia ed in tutta la NATO, circa 2600 unità prodotte. L’U-2 / TR-1 del 1955, ricognitore monomotore subsonico da alta quota da 18 tonnellate di peso massimo, fu prodotto in circa 100 esemplari. Esso fu famoso per le missioni “spia” nei cieli russi che terminarono nel 1960 con l’abbattimento del velivolo numero 360, matricola 56–6693, pilotato dal capitano F. G. Bowers; egli si lanciò e si salvò, venendo catturato dai Russi e poi scambiato con una spia russa catturata negli Stati Uniti.
Tuttavia, il più famoso velivolo Lockheed è il C-130 Hercules del 1956, famosissimo trasporto quadrimotore ad ala alta e fusoliera larga con rampa di accesso posteriore; è stato prodotto finora in quasi 3000 esemplari attraverso una miriade di versioni per tutti gli usi che ne testimoniano la grande versatilità; diffuso in tutto il mondo, è stato usato dalla AMI nella versione H del 1974 ed attualmente nella versione J che è ancora in produzione, dopo 66 anni!
Costituita da aerei avanzatissimi per il loro tempo fu la famiglia A-12 / YF-12 / SR-71 Blackbird del 1962, fondamentalmente ricognitori bimotori trisonici prodotti complessivamente in una cinquantina di unità, dei veri musei viaggianti di tecnologia da 78 tonnellate di peso massimo; essi furono superati solo dall’uso di satelliti da ricognizione.
Nel 1963 entrò in produzione il C-141 Starlifter, bellissimo quadrimotore a getto da trasporto con ala alta e rampa posteriore, da quasi 150 tonnellate di peso massimo; esso fu utilizzato solo dalla USAF. Seguì il C-5 Galaxy del 1968, trasporto quadrimotore al ala alta, wide body, capace di quasi 130 tonnellate di carico pagante, prodotto finora in circa 130 esemplari.
Nel 1981 volò l’F-117 Nighthawk, caccia-bombardiere monoposto monomotore a bassa visibilità da 24 tonnellate di peso massimo; fu un aereo davvero speciale che fu tenuto segreto fin quando nel 1987 ci fu un incidente che costrinse le autorità a rivelarne l’esistenza. Come misura di segretezza esso era stato designato con la vecchia sequenza, quella che dal 1962 era stata abbandonata ed infatti in quegli anni volavano gli F-18 e i mass-media parlavano di un fantomatico F-19. Questo straordinario velivolo fu ritirato nel 2008, ma non tutti gli esemplari furono alienati. Di recente (anno 2022) si hanno notizie di ricondizionamento di alcune macchine e di loro utilizzo per l’addestramento, chissà? Il mistero continua. Nel 1990 seguì l’F-22 Raptor, caccia-bombardiere monoposto bimotore a bassa visibilità da ben 38 tonnellate di peso massimo; esso è costosissimo ed è stato prodotto in quasi 200 unità. Negli States ci sono state in passato molte critiche riguardanti la effettiva necessità di un aereo così sofisticato in un contesto di scontri di bassa intensità; di certo, l’attuale crisi russo-ucraina riapre la discussione.
Insomma, con tutto ciò, scusate se è poco!
Oltre a quanto di cui si è già parlato, la Lockheed è stata una fornitrice della US Navy. Questa forza armata ha acquisito alcuni modelli non sviluppati specificamente per essa:
• un centinaio di Model 18 Lodestar del 1940, trasporti bimotori derivati dall’Electra, designati R5O, prodotti in circa 630 esemplari in tutto;
• una ventina di Model 414 Hudson del 1941, bombardiere derivato dal precedente prodotto in quasi 3000 unità, designato PBO;
• circa 50 P-80 e circa 730 T-33 ridesignati TV e TO;
• circa 20 Model 1049 Super Constellation ridesignati prima R7V e poi C-121, capaci di trasportare 72 militari equipaggiati;
• l’onnipresente trasporto C-130 Hercules, che fu usato anche per il rifornimento in volo, per il supporto all’esplorazione antartica e per le comunicazioni radio con i sottomarini;
• inoltre, quantità isolate di:
       Model 8 Altair del 1930, velivolo da collegamento con carrello retrattile designato XRO;
       Model 10/12 Electra del 1934, designati XR2O, XR3O e JO;
       Model 89 Constitution, trasporto quadrimotore a due ponti, designato XR6O, due esemplari;
       F-104, un esemplare per valutazione;
       U-2, due esemplari per valutazione.
Prodotti sviluppati specificamente per la US Navy furono i seguenti.
• PV Ventura / Harpoon del 1943, pattugliatore marittimo bimotore terrestre con 4 o 5 uomini di equipaggio, con 4000 Hp complessivi, impiegato tra il 1943 e gli anni ’50, in circa 2130 esemplari;
• P2V Neptune del 1947, pattugliatore marittimo bimotore terrestre con una decina di uomini di equipaggio, con potenze complessive variabili dai 4600 hp della prima versione ai 7000 dell’ultima ai quali erano aggiunti due motori a getto da circa 3 tonnellate di spinta totali; impiegato in quattro versioni principali fino al 1965, in circa 1100 unità.
• T2V (poi T-1) del 1957, addestratore avanzato derivato dal T-33, usato in 150 esemplari per l’addestramento al volo imbarcato a cavallo tra gli anni ’50 e ’60.
• R7O / R7V del 1952, trasporti derivati dal Constellation, utilizzati in un paio di decine di unità.
• WV (poi C-121) derivato dal Super Constellation, usato per il trasporto e per il pattugliamento con ben 26 persone di equipaggio, con 13600 hp complessivi, circa 150 utilizzati.
• P-3 Orion del 1962, pattugliatore marittimo armato derivato dal Model 188 Electra, quadrimotore a turbina con dieci persone di equipaggio, con quasi 20000 hp complessivi, utilizzato in circa 580 esemplari nelle tre principali versioni A, B e C; alcuni furono convertiti al pattugliamento radar ed altri all’osservazione meteorologica.
S-3 Viking, velivolo da guerra navale imbarcato, utilizzato anche per la sorveglianza elettronica e, a fine carriera come trasporto utility.
La Lockheed è comunque presente nel mondo dei missili bellici e nel settore spaziale di cui forse il più famoso prodotto è il telescopio spaziale Hubble. Inoltre, essa ha dato un importante contributo nello sviluppo dei treni monorotaia giapponesi.
Come si è visto, l’azienda di Burbank si conferma come uno dei colossi del mondo aeronautico statunitense; tuttavia, per acquisire ancora maggior peso, operò l’acquisizione della General Dynamics nel 1993, con la quale fu incorporata, tra l’altro, la gestione dell’immenso programma F-16.
Seguì la fusione con la Martin Marietta nel 1998 e nacque la odierna Lockheed Martin. Quest’ultima è la titolare di quello che si annuncia essere “l’affare del secolo” con la famiglia di cacciabombardieri F-35 la cui versione A è destinata alla USAF ed altre aviazioni terrestri della NATO, tra cui l’AMI, e di altri alleati degli USA, come Giappone e Corea del Sud; la versione B, a decollo verticale, è destinata agli US Marines, all’Inghilterra e ad altri paesi, tra cui l’Italia; infine, la versione C, imbarcata, è destinata, per ora, alla sola US Navy. Finora sono stati prodotti intorno agli 830 esemplari, ma pare che si arriverà a 3300 unità in totale, anche se in ambiente militare c’è chi si lamenta degli eccessivi costi di gestione operativa; si parla addirittura, già dal 2021, di fermare la produzione e, rinunciando al requisito “stealth”, di adottare le più recenti versioni dell’F-16 che, sotto la spinta di paesi alleati importatori, hanno raggiunto lo stato dell’arte in campo avionico.
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