NORTH AMERICAN - Mimmo: passione US Naval Aviation

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NORTH AMERICAN
North American Aviation
North American Rockwell Corporation
Rockwell International
Sistema di designazione in uso tra il 1922 ed il 1962
Sistema di designazione contemporaneo (in uso dal 1962)
La North American Aviation si è affacciata sul mercato aeronautico nel 1928 ed è esistita con tale nome fino al 1967, anno in cui si fuse con la Rockwell Standard e prese il nome di North American Rockwell. Sei anni dopo il nome fu cambiato in Rockwell International e nel 1996 la divisione aerospaziale di questa compagnia fu acquisita dalla Boeing. Va menzionato che dal 1933 in poi la NAA era comunque sotto il controllo del General Motors, la quale era presente nel campo della produzione aeronautica già per conto proprio.
Questa azienda ha un particolare primato: nessun suo programma è stato un fallimento commerciale, nel senso che, tranne qualche isolato prototipo di studio o ricerca che non ha proprio avuto seguito, da tutti i suoi progetti sono scaturite produzioni di centinaia o addirittura migliaia di unità, insomma, non si può segnalare alcun caso di produzione lanciata senza successo.
La produzione della North American fu quasi del tutto incentrata sul campo militare, ma ci furono comunque due progetti che nacquero destinati al mercato civile.
Il primo esempio fu costituito dalla famiglia Navion del 1948, in vari modelli; monomotore a scoppio da turismo, con ala bassa e carrello retrattile, per tre passeggeri, con potenze comprese tra i 200 cavalli delle serie iniziali ai 260 di quelle finali; fu prodotto in circa 1100 esemplari direttamente dalla NAA e poi gestito da vari altri marchi, tra cui la Ryan, per altre 1500 unità; fu utilizzato dalla USAF, designati prima L-17 e, dal 1962, U-18; alcuni esemplari du questo buon velivolo sono ancora volanti.
Nel 1962 nacque la famiglia Sabreliner, anch’essa in vari modelli, velivoli executive per una dozzina di persone incluso l’equipaggio, bimotori a getto con ala a freccia “pulita” e motori in coda, da 800-900 Km/h.
Per il mercato militare, invece, i prodotti furono molteplici.
Nel 1935 nacque l’NA-16, addestratore basico monomotore radiale ad ala bassa e carrello fisso, biposto in tandem da 1.5 tonnellate, con un motore da 400 cavalli, prodotto in quasi 1350 esemplari, inclusi i BT-9 / BT-14 / BC-1 utilizzati dall’USAAC. Nel 1937 fu lanciato il velivolo da osservazione O-47, monomotore ad ala bassa e carrello retrattile per tre persone, con motore da 975 cavalli.
A questo punto incomincia, per l’azienda californiana, la stagione dei grandi successi. Nel 1939 fu introdotta la famiglia AT-6 / T-6 Texan, con i suoi derivati model NA-64 e A-27, battezzata Harvard dagli Inglesi; fu un famosissimo addestratore monomotore ad ala bassa e carrello retrattile, sviluppato dall’N-16, ma con peso massimo di 2.5 tonnellate e motore da 600 cavalli; prodotto in quasi 15800 esemplari in tutto, fu impiegato in tutto il mondo, anche in Italia, dove operarono circa 250 esemplari per una trentina d’anni a partire dal 1949.
Fu poi la volta del B-25 Mitchell, bombardiere medio del 1941.
L’anno successivo ci fu l’avvento del P-51 Mustang (F-51 dal 1948), famosissimo caccia monoposto monomotore con ala bassa a profilo laminare e motore Packard con potenze comprese tra i 1600 e i 1750 cavalli, derivato dal Rolls Royce Merlin; considerato da tutti il miglior caccia della Seconda Guerra Mondiale, fu senz’altro il più veloce, con i suoi 715 Km/h, ed anche il monomotore a maggiore autonomia e a maggior quota di tangenza, capace quindi di scortare i bombardieri alleati sopra la Germania; prodotto in non meno di 15000 esemplari, nelle varie versioni, fu fornito prima  agli Inglesi e poi a tutti gli alleati oltre che, naturalmente, all’USAAF; dopo la Guerra, i surplus furono forniti a tutto il mondo, compresa l’Italia, che, negli anni ’50, utilizzò circa 180 velivoli della versione D. Derivato dal Mustang fu l’A-36 Invader, versione specializzata per l’appoggio tattico a bassa quota; prodotto in circa 500 unità, fu impiegato esclusivamente dall’USAAF sia in Europa che in Asia. Finita la guerra, ci fu un ridimenzionamento di tutte le aviazioni e le cifre di produzione scesero drasticamente.
Nel 1946 fu lanciato l’F-82 Twin Mustang, caccia bimotore biposto ottenuto congiungendo due fusoliere di P-51 (sebbene allungate in coda) tramite un tronco di ala a corda costante e di un analogo piano di coda esteso tra le due derive; esso era nato per scortare i B-29 sopra il Giappone, come il Grumman F7F, ma arrivò troppo tardi per la Seconda Guerra Mondiale; fu utilizzato come caccia notturno in Corea, dotato di un grosso radar installato sotto il tronco centrale dell’ala, e anche per la difesa dell’Alaska.
Il B-45 Tornado del 1948, fu un bombardiere medio quadrimotore a getto (il primo per l’USAF, ed il primo in assoluto a poter essere rifornito in volo); esso aveva una strana configurazione, con ala alta dritta con serbatoi d’estremità; inoltre, i motori erano installati in gondole doppie, una per semiala, installati direttamente sotto al ventre senza piloni; ancora, i piloti erano sistemati in tandem sotto un tettuccio a goccia, stile caccia; fu un aereo di transizione prodotto per la USAF.
Nel 1949 venne alla ribalta il T-28 Trojan, addestratore con motore stellare, ala bassa e carrello triciclo anteriore; con un motore da 1425 cavalli e con un peso massimo di 4 tonnellate, superava agevolmente i 550 Km/h; fu utilizzato anche per l’attacco leggero, il cosiddetto COIN.
Con l’inasprirsi della Guerra Fredda, nel 1949 fu lanciato l’F-86 Sabre, secondo famosissimo caccia della NAA, monoposto monomotore a reazione con ala a freccia caratterizzato dalla grossa presa d’aria che occupava tutto il muso; con un peso massimo maggiore di 8 tonnellate (di cui 2.6 in armamento esterno) e con 2.7 tonnellate di spinta, poteva raggiungere i 1100 Km/h a bassa quota; fu un ottimo aereo che equipaggiò non solo l’USAF ma anche tutte le aviazioni NATO e tanti altri alleati in tutti i continenti; l’Italia lo utilizzò, per qualche anno a partire dal 1955, nelle versioni prodotte su licenza dalla Canadair e designate CL-13 Sabre Mk 2 e Mk 4 (praticamente F-86E); con essi furono equipaggiate anche le Frecce Tricolori. Nel 1952 fu lanciata la versione D che era un po’ differente perché caratterizzata da un grosso radome a prua e da una presa d’aria di forma schiacciata posta inferiormente a esso; questa variante, e quelle da essa derivate, avevano capacità ognitempo ed erano dotate di postbruciatore, cosicché potevano raggiungere 3.3 tonnellate di spinta ed erano leggermente più veloci pur pesando una tonnellata in più; per una quindicina d’anni a partire dal 1955 l’AMI ne utilizzò la versione K in parte assemblata in Italia dalla FIAT; gli ultimi esemplari del Sabre restarono in servizio in Bolivia fino agli anni ’90.
Dal Sabre fu sviluppato l’F-100 Super Sabre del 1954; esso era molto più potente (7 tonnellate di spinta col postbruciatore) e supersonico (1500 Km/h), nonostante le sue ben 16 tonnellate di peso massimo; caratterizzato dalla presa d’aria ovale a sviluppo orizzontale sul muso, esso era armato con quattro cannoncini da 20 più 3 tonnellate abbondanti di carichi esterni, inclusive di missili, razzi e bombe; era un aereo “di lusso” e solo per questo non ebbe lo stupefacente successo del predecessore; operò diffusamente in Vietnam e negli anni ’80 volava ancora con le aviazioni turca e taiwanese.
Fu poi la volta dell’OV-10 Bronco, aereo da attacco leggero ed osservazione del 1969.
Vanno inoltre segnalati alcuni velivoli veramente notevoli:
• l’X-10 del 1953, velivolo sperimentale senza pilota, bimotore bisonico, con un rapporto spinta/peso quasi unitario (circa 20 tonnellate); esso fu utilizzato per gli studi preliminari per i missili cruise, in pratica fu un unmanned ante litteram, prodotto in 13 unità;
• l’X-15 del 1959, velivolo razzo sperimentale di circa 15 tonnellate e da 7300 Km/h; esso era portato in volo da un aereo “madre” (un B-52) ed era utilizzato per gli studi del volo ad alta velocità propedeutici alla campagna di ricerca spaziale;
• l’XB-70 Valkyrie del 1964, bombardiere strategico esamotore con ala a delta, impennaggio canard e deriva doppia; pesava quasi 250 tonnellate a pieno carico e con circa 72 tonnellate di spinta complessiva poteva superare i Mach 3; era un progetto troppo ambizioso per l’epoca e fu abbandonato dopo aver prodotto due soli esemplari.
La North American è comunque presente anche nel campo missilistico e spaziale con, tra l’altro, il missile terra-terra Hound Dog, i moduli di comando e servizio dell’Apollo, il secondo stadio del Saturno V ed infine con il famoso Space Shuttle che, con i suoi 5 esemplari, è andato su e giù dallo spazio per un trentina d’anni a partire dal 1981.
La US Navy utilizzò diversi velivoli della North American:
• l’NJ, designazione navale dell’NA-28, uno dei derivati dell’NA-16, 40 esemplari;
• l’SNJ, designazione navale del T-6 Texan, utilizzato dalla USN in una decina tra versioni e sottoversioni per un totale di poco più di 5000 unità;
• il PBJ Mitchell, designazione navale del B-25;
• l’FJ-1 Fury del 1947, caccia imbarcato monomotore a getto, progenitore del fortunato Sabre;
• l’AJ (poi A-2) Savage del 1950; aereo da attacco imbarcato con capacità nucleari, con architettura ad ala alta dritta con serbatoi d’estremità, esso era dotato di due motori a scoppio radiali da 2400 cavalli ciascuno, più un turbogetto da due tonnellate di spinta; tutto ciò bastava a far decollare un velivolo del peso massimo di 23 tonnellate (di cui 5.5 tonnellate di carico di caduta) e di portarlo fino a 760 Km/h; con tre uomini di equipaggio, alcuni furono convertiti per la ricognizione ed altri, a fine carriera, in aerocisterne; fu un aereo di transizione e ne furono prodotti solo circa 140;
• gli FJ-2 e -3 Fury del 1954, versioni navalizzate dell’F-86A/E;
• gli FJ-4 e -4B Fury del 1955, versioni finali della fortunata famiglia dei Sabre;
• il T2J (poi T-2) Buckeye del 1959, addestratore imbarcato bimotore a getto con ala dritta media e serbatoi d’estremità; con 2.3 tonnellate di spinta complessive poteva portare le sue sei tonnellate di peso massimo fino ad una velocità di 840 Km/h; grosso e robusto, veniva utilizzato per l’addestramento avanzato sulle portaerei; nelle tre versioni si passò dal monomotore al bimotore e poi a motori ancora più potenti; ne furono prodotti intorno ai 390 per la USN, più un’altra quarantina per l’esportazione;
• il T-39 del 1960, versione militare del citato Sabreliner, utilizzato principalmente come aula volante per i radaristi, di terra e di volo, ma anche come collegamento e trasporto leggero; la USN ne acquisì circa una sessantina di cui l’ultimo è stato in inventario fino al 2018;
• l’A-5 Vigilante del 1961 (precedentemente A3J), bombardiere supersonico utilizzato in realtà come ricognitore;
• i T-28B e C Trojan del 1963, versioni navalizzate del T-28 di cui la C fu dotata di gancio d’arresto per l’addestramento all’atterraggio sui ponti simulati; in tutto furono acquisite quasi 900 unità che operarono fino al 1984;
• l’OV-10 Bronco, nelle versioni A e D, utilizzato prevalentemente dai Marines.
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