VOUGHT - Mimmo: passione US Naval Aviation

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VOUGHT
Lewis & Vought Corporation
Chance Vought Corporation
Chance Vought Division of United Aircraft Corporation
Vought-Sikorsky Division, United Aircraft Corporation
Chance Vought Aircraft
LTV Aerospace Corporation
Vought Aircraft Industries
Sistema di designazione in uso tra il 1922 ed il 1962
Sistema di designazione contemporaneo (in uso dal 1962)
Il nome Vought è uno dei più antichi della storia dell’aeronautica, essendo l’azienda nata nel 1917; la sua produzione fu tutta incentrata su commesse della US Navy, dall’inizio fino a che ha mantenuto la sua indipendenza.
La Vought rimase autonoma fino al 1928, quando fu già chiaro che si trattava di un marchio affidabile. Quell’anno essa fu acquisita dalla United Aircraft Corporation e solo nel 1954 divenne di nuovo indipendente. Negli anni a cavallo tra i ’30 e i ’40 essa venne associata alla Sikorsky e la ragione sociale per sei/sette anni riportò entrambi i nomi. Nel 1962 ci fu la costituzione del gruppo Ling-Temco-Vought. Quest’ultimo divenne Vought Corporation nel 1976 e fu definitivamente assorbito dal gruppo Northrop Grumman nel 1992.
In quest’ultima fase la Vought, pur esistendo ancora come marchio, non gestisce più progetti proprietari, ma partecipa a importanti programmi come subfornitore; l’ultimo esempio è il Boeing 787, ma sue collaborazioni sono presenti anche nel Boeing 747 e in vari modelli Airbus; inoltre sono presenti suoi componenti sia sull’F-22 Raptor che sull’F-35 Lightning II.
Trascurando alcuni progetti che rimasero allo stadio di prototipi, vanno ricordati i seguenti velivoli, tutti sviluppati direttamente per l’USN.
• VE-7 del 1918 e VE-9 del 1922; erano degli ottimi biplani biposto con motori in linea caratterizzati dal radiatore di forma ovale a prua; con una potenza di 180 cavalli ed un peso di quasi una tonnellata potevano volare a 180 Km/h; furono utilizzati per l’addestramento, per l’osservazione, per la caccia e per l’esplorazione armata; erano velivoli sia terrestri con le ruote, che idro con il galleggiante centrale; ne furono costruiti complessivamente 150.
• UO del 1927, biplano idrovolante sviluppo del precedente con motore radiale da 200 cavalli (220 con sovralimentazione); esso era nato come caccia (designato FU) ma poi fu convertito all’osservazione perché la USN aveva in inventario i più prestanti velivoli Boeing e Curtiss; la sua fusoliera ebbe sezione arrotondata con struttura costituita da longheroni ed ordinate; serbatoi aggiuntivi a forma lenticolare furono piazzati in zona baricentrica affianco agli abitacoli; ne furono prodotti circa 180 e nel 1932 risultavano già tutti radiati.
• O2U del 1928, che fu il primo modello a portare il nome Corsair; biposto destinato all’osservazione armata, fu il primo velivolo americano con struttura in tubi d’acciaio; anche le ali erano ben studiate, quella inferiore, bassa, con angolo diedro e quella superiore, a parasole, con una piccola freccia; tutto questo era reso possibile dall’installazione di un motore radiale da 450 cavalli, che poteva portare le 1.6 tonnellate di peso massimo a 240 Km/h; l’armamento era costituito da tre mitragliatrici da 7,62, una in caccia e due brandeggiabili dall’osservatore; con i quasi 600 esemplari costruiti il Corsair costituì per buoni tre anni l’ossatura dei reparti da osservazione basati su corazzate e incrociatori.
• O3U / SU del 1930, una ulteriore evoluzione dei tipi precedenti; la potenza del motore radiale era arrivata a 600 cavalli e la struttura era ancora migliorata: le due ali erano diventate uguali, in apertura, diedro e freccia; il motore era dotato di carenatura ad anello; il suo peso massimo superava di poco le due tonnellate e la velocità poteva arrivare a 270 Km/h; come era già avvenuto per il Corsair, l’armamento di questo velivolo, insieme alla possibilità di trasportare bombe sotto l’ala, ne faceva un aereo da esplorazione armata e perciò le ultime versioni furono designate nella categoria Scout; 330 esemplari furono consegnati e rimasero in servizio sulle portaerei praticamente fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, dopodiché un buon numero rimasero in servizio  a terra; un paio di curiosità: almeno un aereo fu provato con completa copertura degli abitacoli e due o tre esemplari furono dotati di telecomando, con carrello triciclo anteriore.
• SBU del 1935, l’ultimo biplano prodotto dalla Vought; nato in realtà come caccia, esso era un bombardiere a tuffo biposto imbarcato dalle linee avviate piuttosto moderne, caratterizzato dalle ali quasi uguali a pianta trapezia e da un motore a doppia stella di piccolo diametro completamente carenato; era armato con una mitragliatrice da 7.62 in caccia, un’altra brandeggiabile dall’osservatore e una bomba da 240 Kg in mezzeria; con 700 cavalli poteva sfiorare i 230 Km/h; la produzione arrivò a quasi 150 esemplari, ed anch’essi non erano più in prima linea quando scoppiò la Guerra.
• SB2U Vindicator del 1937, bombardiere a tuffo monoplano biposto; esso rappresentava in realtà lo stato dell’arte dell’epoca, con la sua struttura parzialmente a guscio, le semiali ripiegabili, i carrelli retrattili e gli abitacoli completamente chiusi; tuttavia la USN era ancora molto guardinga nei confronti dei monoplani e così contemporaneamente ordinò un prototipo biplano, XSB3U, come “piano B” che poi si rivelò del tutto inutile; gli 825 cavalli installati permettevano al Vindicator, che operava dalle portaerei, di volare a quasi 400 Km/h con una bomba da 450 kg in mezzeria e due mitragliatrici da 12.7, una nell’ala e l’altra brandeggiabile a poppa; la bomba grande poteva essere sostituita da ben 10 piccole bombe sotto l’ala; la USN ebbe quasi 170 esemplari sui circa 260 prodotti; questi aerei parteciparono ai primi combattimenti contro i Giapponesi nel 1942, ma fu subito chiaro che erano già obsoleti.
OS2U Kingfisher del 1940, esploratore armato idrovolante, per navi da battaglia.
F4U Corsair del 1942, caccia imbarcato, il maggior successo della Vought (all’epoca con Sikorsky).
• F6U Pirate del 1949, caccia imbarcato a reazione, monoposto monomotore; prodotto in soli 30 esemplari, fu inteso come velivolo di studio e sperimentazione più che per l’impiego operativo vero e proprio; con architettura tradizionale, ala bassa dritta, serbatoi d’estremità e motore nella parte poppiera, esso aveva problemi di potenza e con tutto il postbruciatore non raggiungeva le due tonnellate di spinta; tuttavia, poteva raggiungere i 900 Km/h; dopo pochi mesi non fu più portato in volo.
• F7U Cutlass del 1951, caccia imbarcato bimotore a reazione; come molti velivoli di quell’epoca, esso fu un aereo di transizione nel quale furono sperimentate soluzioni alternative; innanzitutto non aveva il piano orizzontale di coda (né canard) ed il controllo in beccheggio avveniva spostando il centro di portanza avanti e indietro tramite la manovra simmetrica degli alettoni; le derive erano due ed erano installate sul bordo d’uscita dell’ala, a circa metà apertura; l’ala aveva una marcata freccia, di 38°, un bassissimo allungamento (3:1) e corda costante, con un carico alare di 310 Kg/m2; la fusoliera ospitava i due motori affiancati che davano circa 9 tonnellate di spinta complessive col postbruciatore; con le 14.5 tonnellate di peso massimo, il Cutlass poteva raggiungere i 1100 Km/h; principalmente a causa dei motori che ebbero difficoltà di sviluppo, l’F7U-3 fu la prima e l’unica versione operativa, armata con 4 cannoncini da 20; in seguito ci furono le sottoversioni -3P per la ricognizione e -3M dotata di missili Sparrow; in tutto 290 macchine.
• F8U / F-8 Crusader del 1957, caccia imbarcato supersonico monomotore; un gran bel velivolo caratterizzato dalla linea slanciata, nonostante la presenza di una non piccola presa d’aria sul muso, sormontata da un piccolo radome di forma conica ogivale appuntita; l’architettura era con ala alta e carrello in fusoliera, funzionali all’operazione di capaci piloni sotto l’ala; l’armamento comprendeva i canonici 4 cannoncini da 20 e due piloni installati sui fianchi della fusoliera per altrettanti missili Sidewinder, mentre altri due potevano essere installati sotto l’ala; l’esperienza di guerriglia del Vietnam suggerì l’adattamento alla funzione di assaltatore, cosicché il Crusader fu armato anche con razzi Zuni ai piloni di fusoliera e missili aria-terra Bullpup ai piloni alari, questi ultimi potevano essere caricati anche con assortimenti di bombe, fino a 2,2 tonnellate; nella versione finale, la E, il motore dava 4,9 tonnellate di spinta a secco e più di 8 con postbruciatore e poteva spingere il velivolo a più di 1800 Km/h; fu un bel progetto di buon successo, con circa 1820 esemplari costruiti; il Crusader equipaggiò ben 71 reparti, della USN e dei Marines, dal 1957 fino al 1972/73 quando risultavano tutti sostituiti in prima linea; tuttavia alcuni ricognitori rimasero in flotta fino al 1982 e con le riserve fino al 1987.
A-7 Corsair II, l’ultimo, assaltatore imbarcato monoposto monomotore medio, del 1966.
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