Dettagliatura_(2_0) - Mimmo: passione US Naval Aviation

Vai ai contenuti
Dettagliatura superficiale, lecita o eccessiva
Sento il bisogno di esprimere un mio parere su certi lavori di superdettaglio che io, pur togliendomi il cappello davanti a tanta maestria e alla infinita pazienza con le quali essa è messa in atto, non sempre ritengo opportuni.
Voglio prima ribadire che quei lavori mi affascinano e trovano tutta la mia ammirazione perché capisco quanta bravura, pazienza e dedizione ci sia dietro, perciò pregherei gli autori di quelle meraviglie di non sentirsi offesi o colpiti da me, io voglio solo spiegare perché non faccio le loro stesse scelte.
Il problema riguarda la scala.
Non bisogna dimenticare che un segno di 0,1 millimetri corrisponde a ben 7 millimetri nella scala 1/72, e la situazione non è sensibilmente diversa nell’1/48, dove lo stesso segno ne vale circa 5; bisogna arrivare alla scala 1/24, perché quel segno equivalga a poco più di 2 millimetri, ammesso che si sia veramente capaci di tracciare un segno di un solo decimo di millimetro, o addirittura meno.
A mio parere, quando si programma la costruzione di un modellino bisogna porsi il problema dello stile: "disegno tecnico in 3D" oppure "fotografia in 3D".
Mi si potrebbe obbiettare che, volendo evitare di fare un modellino troppo "piatto", si aggiungono dei dettagli anche se sproporzionati, e che il modellista deve sopperire con le dimensioni dei dettagli ai giochi di contrasto che offre la realtà. Sono d'accordo, però credo che non si debba esagerare nella quantità.
E veniamo ai segni del tempo.
È vero che, nelle foto, si possono vedere velivoli in grande stato di incuria, ma sono episodi rarissimi, in condizioni estreme, come quelle dei Giapponesi alla fine della Guerra che, in ambienti particolarmente aggressivi e con risorse ed energia allo stremo, non avevano il tempo neanche per fare manutenzione ai propri aerei.
In condizioni di guerra questo poteva succedere, come anche agli Americani in Vietnam, ma non bisogna dimenticare che un pilota potrebbe anche rifiutarsi di volare in un aereo eccessivamente malandato.
Tutti questi elementi che impreziosiscono il modellino andrebbero applicati con parsimonia e certamente non a quei modelli che io definisco “disegni tecnici 3D” che dovrebbero essere asettici come i loro omologhi su carta.
Riassumendo, secondo il mio pensiero, si possono evidenziare tre punti:
- se si fa un modellino nello stile "disegno tecnico 3D", che può essere monocolore, o colorato, identificato e decorato, allora ci si può spingere fin dove si vuole col dettaglio anche a costo di qualche incongruenza di scala; il modellino deve però venir fuori "asettico", intatto, come da progetto;
- se si vuole fare un modello nello stile "fotografia 3D" e quindi dargli un aspetto "vivo", come nei diorami, non bisogna esagerare con i dettagli, in osservanza della scala, bisogna rappresentarlo come davvero vedremmo ad occhio nudo il velivolo dalla distanza alla quale ci apparirebbe piccolo come il modello;
- le due cose sono a mio parere incompatibili, cioè se fai pannelli, pannellini e rivetti, non puoi fare i fumi, lo sporco e le scrostature.
In quest’ottica i miei modellini, che io considero “fotografie in 3D” perché voglio dare all’osservatore l’illusione di vedere un aereo dal vero, non sono particolarmente dettagliati se non in maniera un po’ casuale; un pannello si vede ed un altro no, le chiodature dove si vedono e dove no, e così via. I pannelli rimovibili e i portelli vari mi piace quasi sempre riprodurli.
Alla fine è proprio questo quello che conta: “mi piace”; in quest’ottica tutto si può fare, rimanendo nel buon gusto.
E tanto di cappello di fronte a dei veri capolavori di manifattura che trovo strabilianti, anche nelle scale piccole (si incomincia a vedere qualcosa anche nell'1/144 e mi chiedo se quelle persone usino le lenti d'ingrandimento); le mie più sentite congratulazioni a coloro che investono tempo, energia e pazienza per ottenere risultati per i quali io non mi sento di impegnarmi, ma che non posso negare che siano spettacolari.
Nel numero 65 della rivista Fine Scale Modeler si può vedere uno Zero nell'1/72 rappresentato senza carenatura motore, quest'ultimo, radiale come sapete, è così dettagliato che si potrebbe "mettere in moto", fantastico (pare che solo il motore sia fatto di 600 pezzi). E in questi giorni, novembre 2019, sto vedendo nascere un vero capolavoro: il Mirage F.1 del nostro amico di Facebook Fury Buccaner, è da brividi... A lui i miei complimenti, e sono sicuramente portavoce di tanti altri; e mi scusino tutti gli altri che qui non cito solo per non dilungarmi troppo.

Torna ai contenuti