F4U-1 - Mimmo: passione US Naval Aviation

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Chance Vought F4U-1 Corsair
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COSTRUTTORE / MANUFACTURER
Vought-Sikorsky Division, United Aircraft Corporation, Stratford, Connecticut
Chance Vought Division, United Aircraft Corporation (later Chance Vought Aircraft Inc), Dallas, Texas
ENTRATA IN SERVIZIO / SERVICE START
1943
ESEMPLARE / SAMPLE
17-F-7; VF-17 "Jolly Rogers"; Uss Bunker Hill, 1943
RIFERIMENTO / REFERENCE
"F4U Corsair" by Jim Sullivan & Don Greer, In Action series  #29, Squadron Signal, USA 1977
CARICHI ESTERNI / EXTERNAL STORES
-
RAPPRESENTAZIONE / DEPICTION
parcheggiato, con tettuccio aperto e semiali ripiegate
LAVORO / WORK
COMPLETAMENTO / COMPLETION
#5   -   1972 (primo assemblaggio),   1994 (restauro)
SCATOLA (ACQUISTO) / KIT (PURCHASE)
"F4U-1D Corsair", Revell H-625   (1972)
PARTI AGGIUNTIVE / AFTERMARKET PARTS
-
DECAL AGGIUNT. / AFTERMARKET DECALS
-
LAVORO DI RESTAURO                                             
disassembalggio generale
LAVORO DI CORREZIONE                   
getti in resina
  • stelle cilindri motore (su originale Academy) (PO)
fili (piegati o meno)
  • dettagli motore (Cu)
asportazione di parti originali
  • asportazione motore dalla carenatura
parti importate
  • blocco centrale motore (Matchbox)
LAVORO DI CONVERSIONE                   
CAMBIAMENTO DI VERSIONE
formatura a caldo di laminati plastici
  • tettuccio (AC)
fili (piegati o meno)
  • cavi antenna (NY)
tubi (pure telescopici)
  • scarichi motore (Cu)
decal auto-prodotte
  • identificativo velivolo
    (acrilico a pennino su foglio decal trasparente)

  • fregio sulla NACA
    (inchiostro su foglio decal bianco)

decal importate
  • contrassagni nazionalità (ESCI)
LAVORO DI ARRICCHIMENTO                  
formatura a freddo di laminati metallici
  • cinture di sicurezza (carta Al)
  • flabelli motore (Cu)
sagomatura di laminati
  • sediolino (Cu)
  • cruscotto (P)
  • consolle laterali, paratia posteriore abitacolo (P)
  • centine di chiusura alari (P)
fili (piegati o meno)
  • dettagli motore (Cu)
  • dettagli abitacolo (Cu)
  • dettagli carrelli e vani (Cu)
  • tubo di Pitot (ST)
  • tiranti e braccetti equilibratori e timone (Cu)
  • dettagli alla piegatura alare (P e Cu)
asportazione di parti originali
  • asportazione semiali esterne
taglio e riassemblaggio di parti originali
  • equilibratori deflessi
  • timone deflesso
parti importate
  • sezioni esterne semiali (Matchbox)
COLORAZIONE                              
superfici superiori
  • blue ANA 606
    (fus. e bordi d’attacco)
  • blue ANA 607 (ala)
Humbrol 182

Humbrol 134
EB
superfici laterali
  • blue ANA 608
Humbrol HU5
EB
superfici inferiori
  • white ANA 601
Humbrol 34
EB
carrelli e vani
  • Zinc Chromate
Humbrol HD4
EB
vano motore
  • Zinc Chromate
Humbrol HD4
EB
abitacolo
  • green ANA 611
Humbrol HD5
EB
TECNICA COLORAZIONE STRUTTURA TETTUCCIO
CANOPY STRUCTURE PAINTING TECHNIQUE
striscie di decal trasparente pre-smaltata a spruzzo /
stripes of transparent decal sheet pre-sprayed with enamels
LA SCATOLA / THE KIT
materiale
  • buono, ben lavorabile
finitura
  • pannelli in rilievo
dimensioni
  • buone
giunzioni (1)
  • buone
dettagli
  • sufficienti
decals
  • buone
DIFETTI
  • il motore era di pezzo con la carenatura NACA e quindi risultava un po' appiattito

modello senza grossi difetti, buono per la sua categoria di costo
LA REALIZZAZIONE   (2)
Credo che un aereo così iconico come il Vought F4U Corsair non possa mancare in alcuna collezione di aeromodellini, tanto meno se essa è dedicata alla Marina degli Stati Uniti.
Quando ricevetti questo modellino possedevo già quello della Hawk e programmai di realizzare due esemplari, uno di inizio carriera e l'altro di fine; in seguito decisi di adattare questo modello alla versione -1 basica e di convertire il primo in -5N; li avevo entrambi da ragazzo e dfanno parte di quel gruppo che ho deciso di "riciclare".
Un elemento particolare di questo modello è che ha delle parti "cannibalizzate" da un altro, si tratta dell'unicissimo caso in cui ho comprato una scatola solo per utilizzarne alcuni pezzi e gettare il resto, si trattava del "F4U-4 Corsair" Matchbox PK-14, non un brutto modello, in sé, ma io lo avevo acquistato solo per cannibalizzarne le parti rotte dei modelli già in mio possesso.
Dell'abitacolo sono soddisfatto;
anche il motore è venuto bene;
la modifica dell'ala piegata mi sembra ottima;
Nel tettuccio, di acetato formato a caldo, non sono riuscito ad inglobare il rigonfiamento per lo specchietto retrovisore, l'ho aggiunto dopo, con una goccia di colla epossidica, ma non è venuto molto evidente.
La finitura superficiale non è venuta come avrei voluto;
per lungo tempo non ho usato la verniciatura di sigillatura finale, così le decalcomanie mostrano qualche segno di vecchiaia.
Comunque, mi sembra il modellino faccia la sua figura

UN PO' DI STORIA       
Il Vought F4U Corsair fu il vincitore di una gara per un caccia di alte prestazioni indetta nel 1938, quando gli Stati Uniti incominciarono ad attrezzarsi per la minaccia del Giappone.
Ne risultò un progetto particolarmente valido, per il quale però, all'inizio, la Marina fu piuttosto restia all'uso imbarcato, perchè la posizione molto arretrata del pilota non gli dava buona visibilità nelle fasi del volo ad alta incidenza; l'abitacolo fu sollevato ed il tettuccio assunse la particolare forma bombata che caratterizzò il Corsair. Dopo un lungo periodo in cui, basato a terra, l'F4U diede una buona prova di sé, quando le procedure di appontaggio furono ben consolidate, l'uso a bordo delle portaerei fu finalmente autorizzato, nel 1944. Gli Inglesi lo avevano già impiegato sulle loro portaerei, nella campagna di caccia alla corazzata tedesca Tirpitz.
Gli Americani investirono molto su quest'aereo che, tra il 1942 ed il 1952, fu prodotto (da tre aziende diverse: Vought, Brewster e Goodyear) in poco meno di 7500 esemplari, in parecchie versioni di cui le più importanti furono la -1, la -4 e la -5 con tutte le loro sottovarianti, anche notturne. Le ultime versioni furono la AU-1, per i Marines, e la -7 per i Francesi, entrambe specializzate per l'attacco al suolo, con motori che raggiunsero i 2300 HP.
Il Corsair fu, tra i caccia ad elica, uno dei più longevi e rimase in servizio dieci anni, che, per l'epoca, fu un bel record.
Il modello riprodotto rappresenta la prima versione del Corsair, entrata in servizio nel 1943. Il -1 apparteneva al VF-17, il primo squadrone della Navy a impiegarlo, insieme al VMF-124 dei Marines, da basi terrestri, abbondano le foto che ritraggono questi aerei tra i palmizi delle isole indonesiane.
BELLO, BELLO ED ANCHE BUONO        
Il progetto del Corsair, che pare sia stato impostato, dopo un primo rifiuto, in poche ore, fu particolarmente indovinato, figlio di un'epoca in cui le strutture a guscio in alluminio erano già ben consolidate. Il motore previsto, il Pratt & Whitney R-2800, allora anch'esso in fase di sviluppo, prometteva ben 2000 HP di potenza ed il velivolo venne di dimensioni generose e ben robusto, il che gli permetteva un buon armamento, una buona autonomia ed il posto di pilotaggio blindato. Con un carico alare di soli 220 Kg/mq ed un rapporto peso/potenza di poco più di 3 kg/HP, il Corsair era veloce ed agile, insomma un capolavoro.
L'elica era ben grande, per assorbire tutta quella potenza, e doveva essere tenuta lontana da terra, allora, per non avere carrelli troppo lunghi e pesanti, si pensò di dotare l'ala della caratteristica forma "a gabbiano rovesciato"; i carrelli furono piazzati proprio nel gomito, cioè nel punto più basso, e quindi li si potè fare corti e robusti. Tra l'altro essi erano ben lontani fra loro e così furono superati anche i problemi di careggiata stretta che avevano i Buffalo ed i Wildcat.
Tutto questo era accompagnato da una producibilità piuttosto semplice con ala e fusoliera costruite a parte e poi giuntate tra loro. L'ala, pur essendo bassa, usciva quasi perpendicolarmente alla fusoliera con un giunto pulitissimo che non richiedeva carenature di raccordo.
La longevità di quest'aereo, dieci anni di servizio in prima linea, il primo, forse, non era dovuta, come accade oggi, ai suoi costi proibitivi, ma alla grande validità del suo progetto, che lo mantenne all'altezza dei tempi che cambiavano.
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