JN-4H - Mimmo: passione US Naval Aviation

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LE TABELLE SUL LAVORO E SULLA SCATOLA
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Curtiss JN-4H Jenny
COSTRUTTORE / MANUFACTURER
Curtiss Aeroplane and Motor Co, Inc, Garden City, LI, and Buffalo, NY
ENTRATA IN SERVIZIO / SERVICE START
1915
ESEMPLARE / SAMPLE
Bu No 6226, id A6226, NAS Pensacola, FL, 1918
RIFERIMENTO / REFERENCE
"USN Aircraft since 1911", by G. Swarnborough & P. M. Bowers, Putnam Aeronautical Books, UK, 1976
navalaviationmuseum.org
CARICHI ESTERNI / EXTERNAL STORES
-
RAPPRESENTAZIONE / DEPICTION
a terra
LAVORO / WORK
COMPLETAMENTO / COMPLETION
#58   -   2017
SCATOLA (ACQUISTO) / KIT (PURCHASE)
“Curtiss JN-4D Jenny”, injected polystyrene + white metal parts, Pegasus Models (Whitstable, Kent, GB) #2005   (1992)
PARTI AGGIUNTIVE / AFTERMARKET PARTS
-
DECAL AGGIUNT. / AFTERMARKET DECALS
-
LAVORO DI CORREZIONE                   
scultura
  • abitacoli: imbottitura bordi fusoliera (EPL)
  • ala superiore, pannello centrale (cabane): attrezzino per corretto posizionamento (W)
formatura a freddo di laminati metallici
  • comandi: leve di rimando (BR)
sagomatura di laminati
  • abitacoli: pavimento (P)
  • cruscotti (P)
  • fusoliera: pannello interno per installazione motore (P)
  • ala superiore, pannello centrale (cabane): inserti per incremento apertura (P)
aste (dritte)
  • montanti alari (P)
fili (piegati o meno)
  • abitacoli: cloches (Fe)
  • semiali inferiori: spine di assemblaggio a fusoliera (BR)
  • semiali superiori: spine di assemblaggio a cabane (BR)
  • deriva: spina di installazione in fusoliera (BR)
  • piano orizzontale: montanti (Cu)
  • ala superiore: montanti sul dorso (Fe)
  • semiali inferiori: paraurti sul ventre (Fe)
  • carrello: struttura portante (Fe)
  • pattino di coda (BR)
parti in carta
  • carrello, struttura: carenature
rilavorazione di parti originali
  • semifusoliere: assottigliamento in area abitacoli
  • sediolini: assottigliamento schienali
  • fusoliera, pannello dorsale di prua: adattamento per corretta installazione motore
  • fusoliera, ventre: eliminazione gobba trasversale
  • riposizionamento fori montanti posteriori
  • carrello, carenatura assale originale: risagomatura
taglio e riassemblaggio di parti originali
  • ala superiore, pannello centrale (cabane): taglio per incremento apertura
decal importate
  • contrassegni di nazionalità (Superscale)
LAVORO DI CONVERSIONE                    
CAMBIAMENTO DI VERSIONE
tubi (pure telescopici)
  • parabrezza abitacoli (P)
rilavorazione di parti originali
  • fusoliera, pannello ventrale di prua: adattamento profilo
  • ala superiore: reincisione alettoni
  • motore, tubo di scarico: risagomatura
decal auto-prodotte
  • contrassegni peculiari dell’esemplare (disegni CAD stampati su foglio decal trasparente)
LAVORO DI ARRICCHIMENTO                  
formatura a freddo di laminati metallici
  • cinture di sicurezza (Al) e fibbie (Pb)
sagomatura di laminati
  • ruote: cerchioni (P)
fili (piegati o meno)
  • controventature (Cu)
  • cavi comandi (Cu)
decal auto-prodotte
  • raggi per le ruote: disegno CAD e stampa su decal trasparente
parti importate
  • ruote: gomme (eliminati i cerchioni) (scrap)
COLORAZIONE                              
tutte le superfici esterne
  • “pontoon grey”
Maimeri 010
AS
dorsi ala superiore e piani di coda
  • “chrome yellow”
Humbrol 69
ES
aree non visibili in volo
  • red FS 11136
testo
AEBS
motore

nero Vallejo 850
nero Agama
AB
abitacolo

marrone Vallejo 301
marrone Vallejo 310
marrone Vallejo 311
grigio Vallejo 870
AB
TECNICA COLORAZIONE STRUTTURA TETTUCCIO
CANOPY STRUCTURE PAINTING TECHNIQUE
acrilici a pennello / brushed acrylics
LA SCATOLA / THE KIT
materiale
  • buono, anche se alquanto tenero
finitura
  • buona, ruvida dove serve
dimensioni
  • buone in generale
  • forse un po’ carenti le predisposizioni degli allineamenti tra ali, fusoliera e piani di coda
giunzioni (1)
  • accettabili le giunzioni  di mezzeria fusoliera
dettagli
  • basici
  • ottime le tracce per forature varie: montanti, comandi, ecc.
decals
  • assenti
DIFETTI
  • ho dovuto operare diverse correzioni, ma non mi sento di parlare di difetti per un modello di tipo artigianale, queste attività andrebbero incoraggiate

non è un modello per principianti, questo è fuori dubbio, tuttavia offre la possibilità di fare un bel lavoro
LA REALIZZAZIONE   (2)
Il Curtiss Jenny è uno degli aerei che ha fatto la storia dell’aviazione, anche se forse non è stato il più avanzato, all’epoca sua, ma certamente uno dei più prodotti.
Per questo è secondo me un pezzo immancabile in una collezione che ha la pretesa di definirsi “storica”.
Comunque il velivolo mi piace, nonostante l’aspetto “da trabiccolo” che gli è conferito dai numerosissimi cavi, per la sua fusoliera lunga e slanciata e le sue ali dal grande allungamento.
Il lavoro dei tiranti, che in alcuni casi sono anche binati, e dei cavi di comando è immane, ci sono circa 100 spezzoni di filo di rame sul modellino, suddivisi in due spessori, quello più grosso (ca 0.25 mm) per le controventature strutturali e quello più sottile (ca 0.15 mm) per i comandi.
Simpatica anche la soluzione per i cerchioni a raggi: ho realizzato un disco in plastica trasparente e ho applicato dai due lati una decal che riproduce i raggi; certo i raggi non giacciono su superfici coniche, ma è così evidente, al ’72?
Io sono soddisfatto, anche se vedo in giro modelli che sono veramente strabilianti!

UN PO' DI STORIA       
Il Curtiss JN, conosciuto in tutto il mondo come Jenny, proprio per assonanza con la sua sigla, fu uno degli addestratori di maggior successo, tra la fine della I Guerra Mondiale e la prima metà degli anni ’20. Fu costruito negli Stati Uniti ed in Canada, raggiungendo la rispettabile cifra di 4000 velivoli, dei quali circa 260 furono usati dalla US Navy.
In America, sul finire della guerra, era nata una forte corrente promotrice di aerei ad elica trattiva e Glen Curtiss volle subito adeguarsi. In Europa erano ben esperti di quella formula ed allora fu chiamato un ingegnere inglese, B. Douglas Thomas, che aveva lavorato in Avro ed in Sopwith.
Le esperienze di queste due case, specie la prima, sono evidenti nel progetto del JN, tuttavia il progetto partì in maniera diversa; prima nacque un modello J, con le due ali uguali in apertura, poi ci fu il modello N, che negli anni si sviluppò principalmente come idrovolante fino a culminare nel famoso N-9, che adottava profili alari più efficienti; in fine nacque il JN, che univa gli aspetti positivi di entrambi mentre il tipo J veniva abbandonato.
I primi esemplari furono addirittura bimotori, ma poi si virò verso la soluzione finale monomotore. Si partì con il JN-1, pochissimi, e poi, con i continui miglioramenti, si arrivò al JN-4A, con il controllo a cloche, e B con il controllo a volantino, circa dieci esemplari in tutto; la versione -4D, la più numerosa, non fu adottata dalla Navy, nella quale fu più diffusa la versione -4H, con circa 230 costruiti; la lettera non designava un miglioramento del tipo ma semplicemente l’adozione del motore Hispano (Wright) da 150 hp. L’ultima versione fu la -6, che aveva gli alettoni ad entrambe le ali, meno di dieci prodotti.
Con un peso massimo di circa 920 Kg, i 150 cavalli tiravano il Jenny fino a 150 Km/h e lo portavano a 1300 m in dieci minuti.
UN AQUILONE        
Un aereo molto tradizionale, per l’epoca; di chiara discendenza inglese, con le sue lunghe ali, con la lunga fusoliera, con la forma dei suoi impennaggi. Fu sicuramente un velivolo economico ed affidabile, come testimonia il gran numero costruito. Era lento, con il rapporto di 1 km/h / cavallo, e questo ci fa capire quanta resistenza facevano tutte le controventature, oggi con simili potenze e pesi, facciamo ben altro!
Anche un altro dato è significativo: con 920 Kg di peso massimo e 32.8 mq di superficie alare totale, il carico alare era di 28 kg/mq per G=1, praticamente un aquilone!
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