AD-1 - Mimmo: passione US Naval Aviation

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Douglas AD-1 Skyraider
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COSTRUTTORE / MANUFACTURER
Douglas Aircraft Company, El Segundo, California
ENTRATA IN SERVIZIO / SERVICE START
1948
ESEMPLARE / SAMPLE
Bu No 09280, reparto VA-6B, imbarco Uss Coral Sea, id C 415, 1948
RIFERIMENTO / REFERENCE
AD Skyraider – In Action Series # 60 by Jim Sullivan, Don Greer - Squadron Signal Publications, USA
CARICHI ESTERNI / EXTERNAL STORES
bombe 500 lb, 2x; razzi HVAR, 12x
RAPPRESENTAZIONE / DEPICTION
A terra, parcheggiato pronto per l’operazione, chiuso
LAVORO / WORK
COMPLETAMENTO / COMPLETION
#47   -   2014
SCATOLA (ACQUISTO) / KIT (PURCHASE)
Airfix “Skyraider” #02030, injected polystyrene   (1975)
PARTI AGGIUNTIVE / AFTERMARKET PARTS
-
DECAL AGGIUNT. / AFTERMARKET DECALS
-
LAVORO DI CORREZIONE                    
formatura a caldo di laminati plastici
  • tettuccio (AC)
scultura
  • abitacolo: paratia posteriore (W)
  • abitacolo: consolles laterali (P)
  • tettuccio: punzone di formatura (W)
  • fusoliera, presa d’aria carburatore: dettagli (PL)
sagomatura di laminati
  • sediolino: schienale (P)
  • cruscotto sostitutivo (P)
  • baie carrelli: paratie interne di chiusura (P)
  • ala: cerniere ipersostentatori (P)
aste (dritte)
  • semifusoliere, apertura abitacolo: cornice di restringimento (P)
  • carrelli principali: elementi struttura controventatura (P)
  • carrelli principali, attuatori: steli (Fe)
  • elica: alberino sostitutivo (Fe)
fili (piegati o meno)
  • cloche pilota (Cu)
  • carrelli principali: elementi struttura controventatura (Cu)
tubi (pure telescopici)
  • cannoncini, canne e corpi (ST)
  • elica: manicotto per alberino sostitutivo (Cu)
  • carrelli principali, attuatori: corpo (Cu)
rilavorazione di parti originali
  • pavimento abitacolo: adattamento al profilo interno delle semifusoliere
  • semifusoliere:
         eliminazione chiodature
         eliminazione antenne peculiari versione -H
         eliminazione alette antiabbagliamento
         pinna dorsale: correzione forma
         apertura abitacolo: allungamento
  • fusoliera: correzione profilo zona anteriore
  • fusoliera: correzione profilo zona deriva
  • fusoliera, presa d’aria inferiore: assottigliamento pareti
  • fusoliera, presa d’aria carburatore: apertura presa
  • fusoliera, sfoghi d’aria anteriori: incisione
  • motore, stella posteriore, corpo centrale: accorciamento
  • motore, foro per albero elica: allargamento
  • elica: taglio alberino originale
  • ala: incisione superfici mobili
  • carrelli principali, portelli: assottigliamento
LAVORO DI CONVERSIONE                    
CAMBIAMENTO DI VERSIONE
scultura
  • piloni bombe versione -1 (P)
sagomatura di laminati
  • motore, tubi di scarico: piastra di supporto (P)
  • ala, ventre, baie carrelli principali: pannellini di correzione forma ad apertura circolare (P)
fili (piegati o meno)
  • antenna a frusta (Cu)
  • antenna a cavo (NY)
  • bombe: sway braces (Cu)
tubi (pure telescopici)
  • motore: tubi di scarico (Cu)
rilavorazione di parti originali
  • piloni razzi: adattamento forma alla prima versione
decal auto-prodotte
  • designazione di tipo, ramo di servizio e numero di matricola (stampa sfondo blu su foglio idecal bianco)
decal importate
  • contrassegni di nazionalità alari: scrap
  • contrassegni di nazionalità fusoliera: foglio Xtradecal 72112;
  • lettere e numeri: foglio Colorado Decals DCA7263A
  • logo a ferro di cavallo: scrap, adattato
LAVORO DI ARRICCHIMENTO               
scultura
  • sediolino: imbottitura schienale (P)
formatura a freddo di laminati metallici
  • razzi HVAR: alette (Pb)
  • sediolino: cinture di sicurezza (Al)
  • sediolino: fibbie (Pb)
aste (dritte)
  • razzi HVAR: corpi (spaghetti)
  • baie carrelli principali: dettagli (P)
fili (piegati o meno)
  • carrello posteriore: stelo attuatore/spina di installazione (BR)
  • motore, stella posteriore: aste (Cu)
  • baie carrelli principali: dettagli (Cu)
tubi (pure telescopici)
  • carrello posteriore: corpo attuatore/manicotto di installazione (Cu)
rilavorazione di parti originali
  • carrello posteriore: foratura per spina/attuatore
  • parti varie: tracciatura portelli apribili
  • motore, stella posteriore: eliminazione paratia di sfondo (originariamente di corpo coi cilindri)
COLORAZIONE                               
tutte le superfici esterne
  • blue ANA 623
Humbrol 181

ES
carrelli e vani
  • green ANA 611
MrKit US-12
AB
vano motore
  • green ANA 611
MrKit US-12
motore

alluminio Revell 361
nero Agama Chaos
grigio Tamiya XF-66
abitacolo
  • green ANA 611
MrKit US-12
imbottiture

verde Vallejo 892
TECNICA COLORAZIONE STRUTTURA TETTUCCIO
CANOPY STRUCTURE PAINTING TECHNIQUE
striscie di decal trasparente pre-smaltata a spruzzo /
stripes of transparent decal sheet pre-sprayed with enamels
LA SCATOLA / THE KIT
materiale
  • buono, ben lavorabile
finitura
  • rivettature troppo evidenti
  • tutte le parti presentavano sbavature
dimensioni
  • forme sbagliate:
         tettuccio, troppo piccolo
         fusoliera in zona prodiera, dietro al motore troppo gonfia sui fianchi
         pinna della deriva, troppo spessa
giunzioni (1)
  • tutte le giunzioni hanno necessitato di apporto di stucco
dettagli
basici
decals
non usate
DIFETTI
  • l’apertura dell’abitacolo era di forma scorretta: è stato necessario allungarla e restringerla
  • il motore si presentava troppo sporgente in avanti, è stato necessario accorciare il corpo centrale della stella posteriore
  • l’alberino dell’elica entrava troppo forzato nella sua sede, è stato necessario sostituirlo con una coppia albero/manicotto telescopici

Una scatola veramente troppo basica
LA REALIZZAZIONE   (2)
Lo Skyraider è immancabile, per una collezione di velivoli storici della US Navy. Se ne sono visti migliaia, per almeno vent’anni ed in molte salse e colorazioni; inoltre ha una forma che evoca un senso di potenza, al punto di far sembrare impossibile che fosse monoposto.
La versione -1 fu quella iniziale ed è quindi imprescindibile per mostrare il lungo cammino di questo “razziatore”.
Al vederlo montato l’effetto è sorprendente: quanto è più grosso del Vought Corsair, il suo predecessore, che già era ben grosso, almeno rispetto all’Airacobra, giusto per confrontare aerei da attacco.
Poi si nota la semplicità (ed efficienza) delle macchine Douglas, robuste, semplici nelle architetture, facili di produrre.
Il carrello posteriore è stato modificato per poterlo installare dopo la fase di verniciatura della fusoliera;
i tubi di scarico sono stati autoprodotti in rame e fissati su una piastra di supporto installata nella carenatura del motore;
i razzi HVAR sono stati rifatti perché gli originali presentavano alette troppo spesse ed orribili sbavature di produzione, inoltre erano troppo appuntiti.
Ho dovuto rifare il tettuccio perché l’originale era troppo piccolo, tuttavia la forma finale non è esatta.
Nella sporcatura di fumo ho senza dubbio esagerato.
Il modellino appare bello solo in angolature che non mettono troppo in evidenza il tettuccio, il lavoro di dettagliatura è stato notevole. Nel 2014, quando ho costruito questo modellino, avrei dovuto gettare la scatola Airfix e comprarne una nuova, ma, come in tutti gli altri casi non riesco a gettare una scatola che già posseggo.

UN PO' DI STORIA
Il Douglas AD Skyraider fu un aereo spettacolare per le sue dimensioni, essendo monomotore.
Nella seconda parte della Seconda Guerra Mondiale, la US Navy bandì un concorso per un bombardiere a tuffo (come allora venivano chiamati) che avesse anche capacità di aerosilurante e che fosse monoposto e monomotore. Al secondo requisito si poteva ottemperare solo riferendosi ai nuovi potentissimi motori che allora erano in fase di sviluppo, come il Wright R-3350, o il Pratt & Whitney R-4360, che entrambi promettevano di raggiungere i 3000 cavalli. Il primo requisito, inoltre, era proprio innovativo se si pensa che quelle categorie di velivoli all’epoca operavano con due o tre persone di equipaggio. Un ulteriore punto innovativo era che il carico bellico fosse trasportato tutto esternamente, risparmiando il peso delle baie armamento.
Venne fuori un velivolo che, con i 2500 cavalli delle prime versioni del motore Wright, poteva trasportare quattro tonnellate di carico bellico in ben quindici punti d’attacco, tra ala e mezzeria del velivolo.
L’AD Skyraider (Attack, Douglas), come venne denominato il nuovo aereo, dopo un periodo iniziale in cui era stato classificato come BT2D Dauntless II (Bomb Torpedo, Douglas), fu ordinato definitivamente mentre la guerra ancora continuava, anche se la commessa fu dimezzata dopo il V-Day con il Giappone.
I primi esemplari operativi, AD-1, arrivarono ai reparti alla fine del ’46 e la loro produzione ne assommò più di 500 incluse alcune sotto-versioni per la ricognizione e la guerra elettronica.
Dal ’48 si videro gli AD-2, con motore di 2700 cavalli, che, nelle varie sotto-versioni, fu costruito in quasi 180 esemplari.
Pure nel 1948 uscì l’AD-3 che presentava una struttura rinforzata ed altri miglioramenti principalmente strutturali, nati delle esigenze imposte dall’uso di motori più potenti; i quasi 200 esemplari prodotti includevano sotto-versioni indirizzate all’uso notturno, alla lotta antisottomarini, alle contromisure elettroniche ed al pattugliamento radar, con l’impiego di uno o due operatori di sistemi.
Nel 1950 i reparti incominciarono ad equipaggiarsi con l’AD-4, modernizzato nell’armamento, con quattro cannoni alari da 20mm e capacità di portare bombe atomiche, e nell’elettronica, che ormai, pur essendo ancora ben pesante, incominciava ad avere una parte sempre più importante nell’impiego bellico. Oltre alle sotto-versioni da semplice attacco, ce ne furono anche notturne, da guerra elettronica, da pattugliamento radar e ci furono anche velivoli invernalizzati per operare in climi estremi (v. Corea del Nord), alla fine ne risultarono prodotti circa 1200.
Una versione ben importante fu la -5, che vide l’introduzione della configurazione a posti affiancati con la fusoliera allargata. Essa comparve già nel 1951 e ne furono costruiti totalmente circa 670 esemplari in tre sotto-versioni: basica, da uso notturno e da pattugliamento radar; da quest’ultima ne derivò anche una per le contromisure elettroniche. Esso veniva inoltre fornito con un kit di riconversione rapida che consentiva di ottenere un aereo da trasporto passeggeri a 12 posti oppure un aereo da trasporto merci (con quattro tonnellate di carico utile) oppure ancora un velivolo da traino bersagli. Con l’AD-5 si era arrivati alla metà degli anni ’50 e molti velivoli erano ancora in uso quando scoppiò la Guerra del Vietnam. Sebbene obsoleto da tanti punti di vista, la sua formula ad elica si dimostrò validissima nel contesto di guerriglia che caratterizzò quei combattimenti. La USAF riciclò i molti AD-5 dismessi dalla US Navy. L’ultimo impego bellico fu nel 1968 ed il ritiro definitivo nel 1972.
In contemporanea alla -5 ci furono tuttavia la versione -6, monoposto da attacco puro, prodotta comunque in più di 700 esemplari, ed una settantina di -7 ulteriormente irrobustiti per l’attacco al suolo con armamenti più pesanti.
Dal 1962 in poi gli Skyraider ancora in servizio, non meno di un migliaio, furono ridesignati A-1 con i numeri delle versioni convertiti nelle corrispondenti lettere dell’alfabeto; la versione -4 divenne D, la -5 divenne E e così via, la -6 divenne H ed il finale AD-7 divenne A-1J. Di queste ultime due versioni molti furono passati alle forze aeree del Vietnam.
La versione -1 fu la prima operativa dello Skyraider; non fu in tempo per la Seconda Guerra Mondiale, e non ebbe impiego bellico. I circa 250 esemplari prodotti, nonostante l’impressionante ed allora inedito carico bellico di circa quattro tonnellate, furono presto affiancati e sostituiti, nell’impiego di prima linea, dalle successive versioni, ancora più potenti, ancora più robuste, ancora più prestanti.
UN ALTRO GRANDE SUCCESSO DELLA DOUGLAS
Il grande numero prodotto, quasi 3200 esemplari, insieme al lungo periodo di utilizzo operativo, praticamente 26 anni, un record per l’epoca, dimostrano come lo Skyraider fosse un ottimo aereo.
La Douglas, che ho conosciuto da vicino, aveva criteri di progettazione molto validi basati sul mantenimento della semplicità contemporaneamente alla ricerca di innovazione. Era una spremitura di meningi che costava molto e che forse è costata, nel mercato contemporaneo, l’intera esistenza dell’azienda.
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