Grumman F4F Wildcat ¤

COSTRUTTORE / MANUFACTURER
Grumman Aircraft Engineering Corporation, Bethpage, LI, NY
ENTRATA IN SERVIZIO / SERVICE START
1941



UN PO' DI STORIA
L'F4F fu prodotto in quasi ottomila unità e sopportò tutto il primo assalto dei Giapponesi, costituendo l'ossatura della caccia US Navy nella battaglia del Mar dei Coralli, in quella di Midway e nell'assalto americano a Guadalcanal.
Quando arrivarono l'Hellcat e il Vought Corsair, esso passò in seconda linea, ma continuò a fare benissimo il suo mestiere imbarcato sulle portaerei di scorta. Dopo la Guerra, naturalmente, scomparve rapidamente, ma non fu dimenticato dai tanti che riportarono a casa la pelle grazie al loro cavallo da soma.
NON FAMOSISSIMO MA EFFICACE
Ad un occhio abituato alle filanti linee di alcuni suoi coevi, come il Supermarine Spitfire, il Messerschmitt Bf 109, ed il Mitsubishi Zero, suo avversario diretto, il Grumman Wildcat può sembrare goffo e lento, con la sua fusoliera gonfia e le sue ali tagliate a colpi d'accetta. Questo non ha evitato che l'F4F fosse uno degli aerei più importanti della Seconda Guerra Mondiale e si rivelasse un duro avversario per i suoi nemici.
L'F4F era effettivamente un po' più lento dello Zero (circa 20 Km/h), ma, avendo circa 250 Hp in più, era più veloce a quote maggiori e poteva quindi effettuare degli insidiosissimi attacchi dall'alto; inoltre non era molto meno agile, con un rapporto peso/potenza circa uguale, 2.6 Kg/Hp contro i 2.4 dello Zero. Era un migliore incassatore di colpi, con la sua robusta struttura interamente metallica, ed era meglio armato, con sei mitragliatrici da 12.7 tutte nell'ala, contro 2 da 7.65 del giapponese, a cadenza ridotta perché montate in fusoliera, più due cannoncini da 20 nell'ala, ma con soli 60 colpi per arma.
Il Wildcat fu il primo aereo americano monoplano con ala a sbalzo e struttura interamente a guscio d'alluminio (insieme al Brewster Buffalo, in realtà, ma sappiamo che lo surclassò in successo); la posizione centrata dell'ala rispetto all'asse di spinta ne faceva un aereo naturalmente equilibrato, senza pericolose tendenze a picchiare o a cabrare, come dimostrano le limitate dimensioni dei piani orizzontali. Un punto debole era invece la carreggiata piuttosto stretta che rendeva alquanto difficili gli atterraggi sulle portaerei.
La costruzione con pannelli tutto sommato piccoli, non richiedeva tecniche di costruzione molto costose e questo permise di passare la produzione all'industria automobilistica (General Motors, come avvenne anche per l'Avenger), quando la Grumman fu impegnata con l'Hellcat. Grazie alle sue dimensioni generose, si potè passare senza sforzo ad un motore più potente di quasi 150 Hp e a questo punto per lo Zero ci furono serie difficoltà.