Grumman FF-1

COSTRUTTORE / MANUFACTURER
Grumman Aircraft Engineering Corporation Bethpage, LI, NY
ENTRATA IN SERVIZIO / SERVICE START
1933
ESEMPLARE / SAMPLE
Bu No 9355, modex 5-F-16, reparto VF-5B "Red Rippers", USS Lexington (CV-2), 1934
RIFERIMENTO / REFERENCE
"Grumman Biplane Fighters" by R. S. Dann, "In Action" series #160, Squadron/Signal Publications, Carrollton, Texas, USA
CARICHI ESTERNI / EXTERNAL STORES
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RAPPRESENTAZIONE / DEPICTION
In volo, con tettuccio operatore aperto e mitragliatrice brandeggiabile estratta
LAVORO / WORK
COMPLETAMENTO / COMPLETION
#86, 2025
SCATOLA (ACQUISTO) / KIT (PURCHASE)
“Grumman G-23 Goblin”, Rareplane (Redhill, Surrey, England) (1987)
PARTI AGGIUNTIVE / AFTERMARKET PARTS
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DECAL AGGIUNT. / AFTERMARKET DECALS
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LAVORO DI CORREZIONE ? | |||
getti in resina |
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formatura a caldo di laminati plastici |
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scultura |
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sagomatura di laminati |
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aste (dritte) |
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fili (piegati o meno) |
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parti in carta |
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rilavorazione di parti originali |
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parti importate |
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CAMBIAMENTO DI ESEMPLARE | |||
decal auto-prodotte |
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parti importate |
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LAVORO DI ARRICCHIMENTO ? | |||
scultura |
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formatura a freddo di laminati metallici |
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sagomatura di laminati |
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aste (dritte) |
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fili (piegati o meno) |
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tubi (anche telescopici) |
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parti in carta |
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rilavorazione di parti originali |
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parti importate |
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COLORAZIONE
?-
superfici metalliche
- grey ANA 512 > Humbrol 40 & Mo-Lak 140-G
(AB & ES) _◍_
superfici in tessuto
- aluminum dope > AK 479 (ES) _◍_
dorso ala superiore
- yellow ANA 506 > Humbrol 154 (ES) _◍_
piani di coda
(v. codici colorazione)
(v. codici colorazione)
- blue ANA 501 > Humbrol 14 (ES) _◍_
banda in fusoliera,
carenatura motore,
gallone sull'ala
(v. codici colorazione)
(v. codici colorazione)
- green ANA 503 > Humbrol 2 (ES) _◍_
aree calpestio
- black ANA 604 > Revell 8 (ES) _◍_
vano motore
- black ANA 604 > Humbrol 33 (AS) _◍_
motore
Italeri 4861AP & Humbrol 64 (AB) _◍_
abitacolo
- green ANA 611 & black ANA 604 > Lifecolor UA004 & Humbrol 33 (AB & AS) _◍_

TECNICA COLORAZIONE STRUTTURA TETTUCCIO CANOPY STRUCTURE PAINTING TECHNIQUE | ||
strisce di carta verniciata con acrilici a pennello / stripes of paper brushed with acrylics |
LA SCATOLA / THE KIT

materiale
- buono: abbastanza duro e robusto
finitura
- buona: liscia con ottimi dettagli
dimensioni
- corrette, tranne la forma del parabrezza troppo poco inclinato
giunzioni
- qualità dipendente strettamente dall’accuratezza della estrazione delle parti imbutite dal foglio di partenza
dettagli
- scarsi
decals
non usate
DIFETTI
- assoluta assenza di parti già modellate, come la struttura dei carrelli principali
●●●
Il kit è veramente basico, non contiene altre parti che il foglio di plastica imbutito; il progettista pretendeva che tutti i più piccoli dettagli fossero estratti dal foglio, cosa sicuramente discutibile per i montanti che, se usati, sarebbero stati imprecisi sia nella forma chee nelle dimensioni e sicuramente sarebbero risultati troppo flessibili; il motore, inoltre, era solo abbozzato.
Il tettuccio, in acetato, si è ingiallito col tempo, inoltre il parabrezza è troppo poco inclinato.
Insomma, un articolo assolutamente inadatto a principianti, anche se buono nelle forme generali; solo un lavoro lungo ed accurato consente di costruire un bel modellino.




LA REALIZZAZIONE (2) | ||
Il Grumman FF è per me un aereo basilare, sia perché segna l’ingresso della Grumman nel mercato dei caccia, sia perché testimonia chiaramente la transizione in atto nel suo periodo. Il coloratissimo aspetto dei velivoli US Navy di quell’epoca completa la mia attrazione per questo soggetto. Comprai questo modellino quasi quarant’anni fa e magari oggi ne esiste un kit iniettato o in resina, che assolutamente consiglio a chiunque voglia tentare. Questo kit si è dimostrato difficile per due motivi: la sua fattura veramente basica e la povertà di informazioni disponibili. Ho fatto due volte quasi tutto: il motore, il tettuccio, le decalcomanie autoprodotte, il supporto della mitragliatrice posteriore e finanche lo “scalo” di assemblaggio. Il motore, di cui all’inizio avevo interpretato male dei disegni, era venuto sbagliato nell’interfaccia alla fusoliera; ne ho dovuto produrre un secondo esemplare. Il tettuccio, che in un primo tempo avevo realizzato per imbutitura a caldo di foglio di acetato, si è rivelato parecchio più stretto dell’apertura in fusoliera, nonostante mi fossi riferito, per le sue dimensioni, all’esemplare originale; mi sono rifiutato di ripartire dalla produzione di un nuovo puntone e così ho scelto di adattare un esemplare somigliante preso dalla banca dei pezzi. Le decalcomanie, autoprodotte da principio su un foglio decal trasparente non adatto, si sono scolorite quando le ho sigillate con la vernice trasparente e le ho dovute rifare su un foglio nuovo. Anche per la mitragliatrice posteriore avevo interpretato male i disegni, nelle fasi iniziali. Lo scalo di allineamento/assemblaggio dell’ala superiore l’ho dovuto rifare un paio di volte per rendere possibile la corretta installazione dei montanti. | ||
◍ | Sebbene ad un certo punto mi sia un po’ avvilito, e mi sia fermato per qualche giorno, ho scelto di insistere e andare avanti e, uno alla volta, ho corretto i difetti del kit e i miei errori. Quasi cinque mesi sono un po’ troppi per un modello così piccolo, ma si spiegano con i problemi nei quali mi sono imbattuto. | |
◍ | Ho rappresentato il velivolo in volo perché non avevo voglia di autoprodurre anche la struttura dei carrelli, d’altro canto mi interessava rappresentare le ruote retratte per dare un esempio chiuso di quel tipo di meccanismo. Anche qui ho avuto una sorpresa: le ruote non entravano nei vani e allora giù a risagomare anche quella parte di fusoliera. | |
◍ | Il tettuccio mostra una certa approssimazione, esso è realizzato in cinque pezzi: la sezione parabrezza, i due tettucci scorrevoli, la sezione fissa centrale, occultata dal tettuccio osservatore aperto, e la parte a cupola di coda, formata a caldo, praticamente nascosta perché rappresentata aperta alle spalle dell’osservatore, che forse, a sua volta, è piazzato un po’ troppo avanti. | |
Per quanto ci abbia lavorato molto non potrei dare più di due stelle a questo modellino; poiché tendo ad essere un po’ autoassolvente ne aggiungo una terza come riconoscimento della mia perseveranza. | ✩✩✩✩✩ |



UN PO' DI STORIA
L’FF è il primo esempio di una fortunata catena di aerei da caccia che sono stati adottati dalla Marina degli Stati Uniti a partire dai primi anni ’30 fino agli anni ’70, con l’F-14, che è rimasto in servizio fino a tutta la prima metà del primo decennio di questo secolo. Secondo il vecchio sistema di designazione, i caccia progettati e prodotti dalla Grumman sono stati scelti quasi tutti: FF, F2F, F3F fino all’F11F con le sole eccezioni di due prototipi sperimentali: l’F5F, praticamente un tutt’ala e l’F10F che proponeva l’ala ad apertura variabile in tempi un po’ immaturi.
All’inizio degli anni ’30 la Grumman era nota alla US Navy per i suoi galleggianti e per le sue conversioni di velivoli da terrestri a marini, specie in collaborazione con un altro nome noto, la Loening, anch’essa di New York.
Il progetto dell’FF presentava già a colpo d’occhio due elementi innovativi: il carrello retrattile in fusoliera ed il lungo abitacolo chiuso per entrambi gli occupanti. Esso, inoltre, era interamente in metallo e, con un motore da 750 cavalli, poteva raggiungere i 325 km/h nonostante i suoi quasi 2200 kg di peso massimo, velocità che era superiore a quella di tutti i caccia allora in servizio, anche se monoposto e quindi più leggeri.
Erano tempi di veloci progressi e gli aerei diventavano rapidamente obsoleti; gli FF entrarono in servizio nel 1933 e rimasero in prima linea per soli tre anni per passare poi ai reparti della riserva fino agli inizi della Seconda Guerra Mondiale; ne furono prodotti 27 nella configurazione da caccia, FF-1, che furono poi convertiti in FF-2 con i doppi comandi, e ad essi si accompagnarono 33 SF-1, che erano macchine dedicate alla missione di esplorazione armata (scout) con leggere capacità di attacco al suolo con piccole bombe trasportate sotto l’ala inferiore.
Il reparto VF-5B "Red Rippers", imbarcato sulla USS Lexington, fu praticamente l’unico ad usare questo caccia e l’esemplare rappresentato raffigura il velivolo del capo della sesta sezione, dotata dei velivoli 16, 17 e 18. Il rango di caposezione è rivelato dalla presenza della banda colorata in fusoliera (verde per la sesta) e dalla completa colorazione della carenatura del motore; verde era anche il “gallone” (chevron per gli americani) sul dorso dell’ala superiore, ausilio per la manovra di atterraggio sul ponte. La mitragliatrice brandeggiabile in coda è una Browning da 7.62 mm, così come quelle in caccia operate dal pilota. Interessante la presenza della cinemitragliatrice sul dorso dell’ala superiore, usata evidentemente a fini addestrativi.
AVANZATO, PER L'EPOCA
I velivoli degli anni ’30 testimoniano chiaramente la transizione di quel periodo: l’affermazione delle strutture a guscio di lamiera d’alluminio, almeno per la fusoliera e le ali già metalliche che richiedevano pochi montanti e pochi tiranti.
La configurazione biplana era necessaria per mantenere basso il carico alare, a sua volta necessario per ottenere buone prestazioni con potenze motrici ancora un po’ limitate; le linee già ben aerodinamiche mettono questi velivoli un passo più avanti rispetto ai loro contemporanei F4B e alla pari con gli F11C.