Lockheed S-3 ¤

COSTRUTTORE / MANUFACTURER
ENTRATA IN SERVIZIO / SERVICE START
Lockheed-California Company, Burbank, California
1974



UN PO' DI STORIA
Le attività di sostituzione del Tracker iniziarono nella US Navy nel 1964, quando si capì che c’era bisogno di un velivolo più performante per un più massiccio impiego dell’avionica, che allora stava avendo un forte sviluppo, ma rimaneva ancora ingombrante e pesante, inoltre si era capito che per quel tipo di impiego ormai si necessitava di quattro persone e che c’era bisogno di più ampi spazi vitali.
La scelta cadde, nel 1969, sul progetto Lockheed e il velivolo andò ai reparti operativi nel ’74 come S-3A; la Guerra del Vietnam era appena finita e non ci fu immediato impiego bellico.
I progressi rispetto all’S-2 della Grumman furono subito evidenti, grazie ai motori turbofan General Electric TF34-GE-2 che erano stati sviluppati apposta per il Viking, grazie alle nuove tecnologie e grazie alla modernità della sua avionica. Tutte le principali prestazioni furono praticamente raddoppiate, il peso massimo era di quasi 24 tonnellate, la velocità massima di quasi 840 Km/h, il raggio d’azione di 3700 Km.
Certo erano velivoli che costavano moltissimo e si poneva il problema di far fruttare bene tutto il denaro speso. Furono costruiti in tutto 187 esemplari, inclusi gli 8 che erano serviti per lo sviluppo; di questi ultimi alcuni furono reimpiegati in servizi operativi, come il collegamento e trasporto (COD: Carrier On-board Delivery), denominati US-3A, altri per il rifornimento in volo, designati KS-3A.
La versione da guerra elettronica ES-3A, realizzata in 16 esemplari, fu anch’essa ottenuta come conversione di altrettanti esemplari già esistenti.
Sempre nell’ottica del contenimento dei costi, anche il passaggio alla versione -B, che ebbe luogo presso i reparti operativi a partire dall’87, avvenne tramite ammodernamento degli aerei ancora validi; l’S-3B ebbe elettronica allo stato dell’arte (quelli erano anni di progresso travolgente) ed anche la capacità di imbarcare i grossi missili antinave AGM-84 Harpoon di quasi settecento chili.
HOOVER
Gli equipaggi lo chiamavano Hoover, a causa del rumore sibilante dei motori turbofan senza postbruciatore, che ricordava quello dei famosi aspirapolvere.
Il Viking entrò in servizio quando io ero al liceo, nei primi anni ‘70, più o meno insieme al Tomcat; sembrava strano, con quella forma tozza e quei turbofan che gli davano un aspetto rammollito; erano i tempi dello scandalo Lockheed ed io malignai un po’ sul fatto che questa casa fosse riuscita ad imporsi in un settore che era uno storico dominio Grumman, d’altro canto questi ultimi erano forse già saturati della produzione del Tomcat.
La larghezza della sua fusoliera mi fa pensare che gli uffici tecnici della US Navy abbiano senz’altro accolto le istanze di piloti e operatori del Tracker, che indubbiamente stavano proprio sacrificati negli spazi angusti del vecchio S-2.
Anche l’ala suscita una riflessione: quasi niente freccia, anche per un aereo che non è certo un caccia; non c’è niente da fare, agli uffici tecnici USNA la freccia non piace. Il motivo posso indovinarlo: quelle ali sono troppo flessibili in torsione e ciò non va bene per un aereo da guerra, calmo che possa essere; e comunque le prestazioni dell'Hoover non erano tanto male, era capace di discese rapidissime per seguire da vicino imbarcazioni immerse che esso aveva scoperto dall'alto.
Nel 2016 i Viking erano tutti in pensione, dopo 32 di servizio effettivo, vittime forse più delle necessità di razionalizzare il materiale imbarcato sulle portaerei che per effettiva obsolescenza.
I tempi e gli scenari stavano cambiando, e quindi i ruoli dei velivoli; si sentiva la necessità, per contenere i bilanci, di macchine tuttofare, con la componente elicotteristica che diventava sempre più importante; solo recentemente, nella seconda metà del 2020, si ricomincia a sentir parlare di ruoli di nuovo specializzati, magari affodando alcuni tipi di missione a velivoli senza pilota.