S-3A - Mimmo: passione US Naval Aviation

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LE TABELLE SUL LAVORO E SULLA SCATOLA
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Lockheed S-3A Viking
vedi anche / see also

COSTRUTTORE / MANUFACTURER
Lockheed-California Company, Burbank, California
ENTRATA IN SERVIZIO / SERVICE START
1974
ESEMPLARE / SAMPLE
BuNo 160589, reparto: VS-38 Red Griffins, modex NE 700, USS Ranger, 1988
RIFERIMENTO / REFERENCE
-
CARICHI ESTERNI / EXTERNAL STORES
mine Mk 55 (2x)
RAPPRESENTAZIONE / DEPICTION
sul ponte, chiuso, armato, semiali ripiegate
LAVORO / WORK
COMPLETAMENTO / COMPLETION
#51   -   2015
SCATOLA (ACQUISTO) / KIT (PURCHASE)
"Lockheed S-3A Viking", Airfix #05014, injected polystyrene   (1979)
PARTI AGGIUNTIVE / AFTERMARKET PARTS
-
DECAL AGGIUNT. / AFTERMARKET DECALS
“S-3B Vikings”, Superscale 72-900
LAVORO DI CORREZIONE                   
scultura
  • zavorra (Pb): circa 10 gr + colla epossidica
formatura a freddo di laminati metallici
  • carrelli: portelli alternativi (6x) (Pb)
sagomatura di laminati
  • antenne a lama (P)
tubi (pure telescopici)
  • deriva, presa d’aria bordo d’attacco: condotto interno (P)
parti in carta
  • semifusoliera sx, sfogo d’aria posteriore, vano: pannello di chiusura interno
  • fusoliera, vano gancio d’arresto: parete di chiusura superiore
rilavorazione di parti originali
  • semifusoliera sx, sfogo d’aria posteriore: apertura vano
  • velature: assottigliamento bordi d’uscita
  • semiali, carenature ECM di estremità: correzione forma
LAVORO DI CONVERSIONE                   
CAMBIAMENTO DI ESEMPLARE
decal auto-prodotte
  • Type des & Bu no (S-3A 160589) (2x)
  • nave di imbarco (USS. RANGER) (2x)
  • logo VS-38 grifone rosso (2x)

(disegni PC, stampe su foglio decal trasparente)
LAVORO DI ARRICCHIMENTO                  
getti in resina
  • mine Mk 55, corpo (EP)
scultura
  • mine Mk 55, corpo: prototipo (P)
  • sediolini (2x): imbottiture (P)
  • semiali, interfaccia piegatura: motori di attuazione (P)
formatura a freddo di laminati metallici
  • sediolini (2x): cinture (Al) e fibbie (Pb)
  • semiali, interfaccia piegatura: dettagli (Pb)
  • piloni alari armamento: sway braces (Pb)
  • mine Mk 55: alette di coda (Pb)
sagomatura di laminati
  • deriva e semiali, interfaccia piegatura: centine di chiusura e di installazione spine (P)
fili (piegati o meno)
  • sediolini (2x): maniglie varie (Cu)
  • deriva e semiali, interfaccia piegatura: dettagli (Cu)
  • deriva e semiali, interfaccia piegatura: spine di installazione (BR)
rilavorazione di parti originali
  • paratia posteriore abitacolo: foratura intercostali
  • sediolini (2x): elaborazione parte superiore
  • semiali: evidenziazione superfici di controllo e portellini d’accesso
  • deriva e semiali: assottigliamento rivestimento in zona interfaccia piegatura
taglio e riassemblaggio di parti originali
  • deriva e semiali: taglio per rappresentazione piegata
COLORAZIONE                              
superfici superiori e laterali
  • grey FS 16440
Humbrol 129
ES
aree non visibili in volo
  • red FS 11136
Humbrol 20
ES
radome

Humbrol 7
ES
aree calpestio
  • grey FS 36081
Humbrol 64
ES
superfici inferiori
  • white FS 17925
Humbrol 22
ES
carrelli e vani
  • white FS 17925
  • red FS 11136
Humbrol 22
Humbrol 20
AB
prese d'aria motore
  • white FS 17925
Humbrol 22
AB
motore (fan)

alluminio Revell 36199
AB
abitacolo
  • grey FS 36231
  • black FS 37038
Tamiya XF-53
nero Agama
AB
imbottiture
  • orange FS 22197
verde Vallejo 881
AB
TECNICA COLORAZIONE STRUTTURA TETTUCCIO
CANOPY STRUCTURE PAINTING TECHNIQUE
striscie di decal trasparente pre-smaltata a spruzzo /
stripes of transparent decal sheet pre-sprayed with enamels
LA SCATOLA / THE KIT
materiale
  • forse un po’ troppo tenero
finitura
  • buona: superficie liscia e pannelli in leggero rilievo
dimensioni
  • buone
giunzioni (1)
  • tutte troppo larghe e bisognose di aggiustamenti e riempimenti
dettagli
  • sufficienti
decals
  • non usate
DIFETTI
  • nessuno proprio grave

Forse da una scatola della serie 5 si potevano pretendere maggiori dettagli superficiali, ma eravamo ancora negli anni ‘70, e comunque ho trovato migliorato il  livello generale rispetto al passato
LA REALIZZAZIONE   (2)
Il Viking è stato per molti anni una delle presenze più “ingombranti” sui ponti delle portaerei statunitensi, davvero imprescindibile per tracciare una storia completa.
La sua strana forma poco aggressiva non ne fa un velivolo brutto.
Naturalmente mi compiaccio del lavoro delle semiali piegate, ma anche il logo dei Red Griffin del tipo vecchio è venuto bene.
Forse il modellino appare un po’ troppo lucido.
Insomma, può piacere.

UN PO' DI STORIA      
Le attività di sostituzione del Tracker iniziarono nella US Navy nel 1964, quando si capì che c’era bisogno di un velivolo più performante per un più massiccio impiego dell’avionica, che allora stava avendo un forte sviluppo, ma rimaneva ancora ingombrante e pesante, inoltre si era capito che per quel tipo di impiego ormai si necessitava di quattro persone e che c’era bisogno di più ampi spazi vitali.
La scelta cadde, nel 1969, sul progetto Lockheed e il velivolo andò ai reparti operativi nel ’74 come S-3A; la Guerra del Vietnam era appena finita e non ci fu immediato impiego bellico.
I progressi rispetto all’S-2 della Grumman furono subito evidenti, grazie ai motori turbofan General Electric TF34-GE-2 che erano stati sviluppati apposta per il Viking, grazie alle nuove tecnologie e grazie alla modernità della sua avionica. Tutte le principali prestazioni furono praticamente raddoppiate, il peso massimo era di quasi 24 tonnellate, la velocità massima di quasi 840 Km/h, il raggio d’azione di 3700 Km.
Certo erano velivoli che costavano moltissimo e si poneva il problema di far fruttare bene tutto il denaro speso. Furono costruiti in tutto 187 esemplari, inclusi gli 8 che erano serviti per lo sviluppo; di questi ultimi alcuni furono reimpiegati in servizi operativi, come il collegamento e trasporto (COD: Carrier On-board Delivery), denominati US-3A, altri per il rifornimento in volo, designati KS-3A.
La versione da guerra elettronica ES-3A, realizzata in 16 esemplari, fu anch’essa ottenuta come conversione di altrettanti esemplari già esistenti.
Sempre nell’ottica del contenimento dei costi, anche il passaggio alla versione -B, che ebbe luogo presso i reparti operativi a partire dall’87, avvenne tramite ammodernamento degli aerei ancora validi; l’S-3B ebbe elettronica allo stato dell’arte (quelli erano anni di progresso travolgente) ed anche la capacità di imbarcare i grossi missili antinave AGM-84 Harpoon di quasi settecento chili.
HOOVER        
Gli equipaggi lo chiamavano Hoover, a causa del rumore sibilante dei motori turbofan senza postbruciatore, che ricordava quello dei famosi aspirapolvere.
Il Viking entrò in servizio quando io ero al liceo, nei primi anni ‘70, più o meno insieme al Tomcat; sembrava strano, con quella forma tozza e quei turbofan che gli davano un aspetto rammollito; erano i tempi dello scandalo Lockheed ed io malignai un po’ sul fatto che questa casa fosse riuscita ad imporsi in un settore che era uno storico dominio Grumman, d’altro canto questi ultimi erano forse già saturati della produzione del Tomcat.
La larghezza della sua fusoliera mi fa pensare che gli uffici tecnici della US Navy abbiano senz’altro accolto le istanze di piloti e operatori del Tracker, che indubbiamente stavano proprio sacrificati negli spazi angusti del vecchio S-2.
Anche l’ala suscita una riflessione: quasi niente freccia, anche per un aereo che non è certo un caccia; non c’è niente da fare, agli uffici tecnici USNA la freccia non piace. Il motivo posso indovinarlo: quelle ali sono troppo flessibili in torsione e ciò non va bene per un aereo da guerra, calmo che possa essere; e comunque le prestazioni dell'Hoover non erano tanto male, era capace di discese rapidissime per seguire da vicino imbarcazioni immerse che esso aveva scoperto dall'alto.
Nel 2016 i Viking erano tutti in pensione, dopo 32 di servizio effettivo, vittime forse più delle necessità di razionalizzare il materiale imbarcato sulle portaerei che per effettiva obsolescenza.
I tempi e gli scenari stavano cambiando, e quindi i ruoli dei velivoli; si sentiva la necessità, per contenere i bilanci, di macchine tuttofare, con la componente elicotteristica che diventava sempre più importante; solo recentemente, nella seconda metà del 2020, si ricomincia a sentir parlare di ruoli di nuovo specializzati, magari affodando alcuni tipi di missione a velivoli senza pilota.
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