F/A-18A - Mimmo: passione US Naval Aviation

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McDonnell Douglas F/A-18A Hornet
vedi anche / see also

COSTRUTTORE / MANUFACTURER
McDonnell Aircraft Company, Division of McDonnell Douglas Corp., St Louis, MO, USA
ENTRATA IN SERVIZIO / SERVICE START
1980
ESEMPLARE / SAMPLE
Buno 161955, U. S. Navy Blue Angels # 2, NAS Pensacola, FL
RIFERIMENTO / REFERENCE
"F/A 18 Hornet", by Lou Drendel, In Action series  #136, Squadron Signal Publications, 1993, USA
CARICHI ESTERNI / EXTERNAL STORES
-
RAPPRESENTAZIONE / DEPICTION
in volo (base in legno e supporto in acciaio)
LAVORO / WORK
COMPLETAMENTO / COMPLETION
#14   -   2000
SCATOLA (ACQUISTO) / KIT (PURCHASE)
"F/A-18C Eagle Noseart", Revell 04303 injected plastic (1997)
PARTI AGGIUNTIVE / AFTERMARKET PARTS
-
DECAL AGGIUNT. / AFTERMARKET DECALS
-
LAVORO DI CORREZIONE                   
sagomatura di laminati
  • alette sulla radice alare (P)
  • rinforzi base derive (P)
rilavorazione di parti originali
  • chiusura fessure sulle estensioni bordo d'attacco
LAVORO DI CONVERSIONE                   
CAMBIAMENTO DI VERSIONE
rilavorazione di parti originali
  • eliminazione orifizi cannone
decal auto-prodotte
  • numero di matricola (*)
  • ramo di servizio sul ventre alare (*)
  • numero deriva (*)
  • scritte varie (*)
  • fregi longitudinali (**)
(*)- acrilico giallo a pennino e a pennello su foglio decal trasparente
(**)- ritagli di decal trasparente pre-smaltata a pennello
decal importate
  • logo Blue Angels di fusoliera
  • scritta Blue Angels di fusoliera
LAVORO DI ARRICCHIMENTO                  
scultura
  • base di appoggio (W)
formatura a freddo di laminati metallici
  • cinture di sicurezza (Al)
sagomatura di laminati
  • supporti tubi di Pitot (P)
fili (piegati o meno)
  • tubi di Pitot (Cu)
  • braccio di supporto in volo (ST)
tubi (pure telescopici)
  • tubo interno per supporto di raffigurazione (P)
rilavorazione di parti originali
  • foro per supporto di raffigurazione in volo
COLORAZIONE                              
tutte le superfici esterne
  • Blue Angels blue FS 15050
Humbrol 15
EB
fregi
  • yellow FS 13538
Humbrol 69
EB
abitacolo
  • grey FS 36231
  • black FS 37038
Tamiya XF-20
Humbrol 5085
AB
imbottiture
  • orange FS 22197
Tamiya XF-12
AB
TECNICA COLORAZIONE STRUTTURA TETTUCCIO
CANOPY STRUCTURE PAINTING TECHNIQUE
striscie di decal trasparente pre-smaltata a spruzzo /
stripes of transparent decal sheet pre-sprayed with enamels
LA SCATOLA / THE KIT
la scatola in questione, Revell 04303, è una nuova commercializzazione del kit Italeri #131, del quale  è una copia conforme, tranne alcuni dettagli aggiuntivi e le nuove decal, come dimostrato dalla coincidenza delle stampate e della numerazione delle parti;
essa ha gli stessi pregi e difetti della scatola originale analizzata per l'F/A-18C;
sono stati comunque aggiunti i missili Harm e i pod avionici e i punti di aggancio armamento di fusoliera con le relativa carenature;
è stato corretto il dente di sega alare;
decals
  • non usate, belle nell'aspetto

una buona scatola, nella finitura e nei dettagli
LA REALIZZAZIONE   (2)
La mia strategia di collezionista prevede di non avere copie multiple dello stesso velivolo tranne che in due casi:
• versioni visibilmente diverse tra loro,
• particolare longevità del progetto che verrà raffigurato nella versione iniziale ed in quella finale.
Nel caso dell'F/A-18, all'epoca del primo acquisto (1982), pensai di costruirne due, uno monoposto ed uno biposto.
Quando finalmente si videro i primi Hornet in servizio, nel 1984, vennero fuori alcune differenze rispetto ai prototipi e sulla rivista italiana "Aerei Modellismo" (credo) comparve una frase del tipo: "Gettate tutti i modellini già comprati perché dovrete rifarli". La cosa mi dispiacque moltissimo poiché io non getto mai una scatola di un velivolo US Navy. Decisi allora di comprare un terzo esemplare, anche se non mi sarebbe servito da un punto di vista della collezione, perché pensai che una scatola più nuova sarebbe stata aggiornata ed avrei potuto servirmene per correggere i vecchi modelli, così, nel 1997, comprai il prodotto Revell.
Quale disappunto, nel 2000, quando, nel confrontare le varie scatole, vidi che erano praticamente identiche; ah Revell, Revell, in seguito ho avuto altre sorprese simili!
Comunque le differenze non si rilevarono così ingestibili come il critico di modellismo aveva paventato (ma l'avrà almeno aperta la scatola Italeri?).
La verniciatura è venuta bene;
ianche l lavoro delle decal mi sembra buono.
Sono soddisfatto di questo modello che allora era l'unico rappresentato in volo; non sparate sul pianista!
Don't shoot the piano player!

UN PO' DI STORIA       
Quando, nel 1974, la U.S.Naval Aviation emise un bando per un nuovo aereo da combattimento leggero, il Congresso, sull’ondata del rifiuto dell’opinione pubblica per le eccessive spese militari, non volle autorizzare un progetto completamente nuovo. Poichè si era appena conclusa una gara dell'USAF per un caccia leggero con capacità multiruolo che era stata vinta dall'ottimo General Dynamics F-16 (aereo di grande successo, in servizio ancora oggi in migliaia di esemplari), fu prescritto di utilizzare lo stesso bando. Il parlamento non era formato da tecnici e non poteva sapere che la “navalizzazione” di un progetto terrestre avrebbe comunque richiesto una parziale riprogettazione. Un po’ per non sovraccaricare la General Dynamics, un po’ per non far fallire l’azienda perdente, la Northrop che aveva presentato l’YF-17, che comunque non era certamente da buttare, si favorì il suo riadattamento agli  usi navali da parte della McDonnell Douglas, grazie al grande credito che questa azienda aveva già in quel campo. Già altre volte c'era stata integrazione (anche con contrasti interni) tra le due aziende vicine di casa in California, come per il Douglas Dauntless che era in realtà basato su un progetto originario Northrop. Il progetto fu autorizzato come F-18 il giorno del mio 18° compleanno, il 2 maggio 1975, e si pensò anche di svilupparne anche una variente da attacco, designata A-18; in seguito ci si accorse che le differenze sarebbero state veramente minime e si decise per una sola versione unificata avrebbe potuto coprire entrambe le missioni, nacque così l’F/A-18.
I finanziamenti per lo sviluppo arrivarono l’anno dopo, nel 1976, per un velivolo che avrebbe dovuto sostituire i McDonnell Douglas F-4 Phantom II e A-4 Skyhawk, ed il Vought A-7 Corsair II.
Sebbene i primi prototipi, monoposto e biposto, volavano già nel 1980, lo sviluppo della conversione richiese ancora un paio d’anni e i primi esemplari operativi arrivarono ai reparti non prima del 1983.
Furono prodotti, piuttosto rapidamente, i primi 410 esemplari, costituiti da F/A-18A monoposto e TF-18A biposto (da addestramento); questi ultimi furono poi ridesignati F/A-18B perché gli furono assegnati anche ruoli di prima linea.
Il progresso negli armamenti e nell’avionica fu molto rapido in quegli anni e già nel 1987, quando erano ancora da produrre circa 750 esemplari dell’ordine originale, si decise di passare alle versioni -C e -D, rispettivamente mono- e bi-posto, che erano state portate allo stato dell’arte.
Fu sviluppata anche una versione da ricognizione con gli apparati fotografici nel muso, al posto del cannoncino, ma ormai si era affermata l’idea che per le missioni speciali si sarebbero usati pod esterni specializzati e così avvenne in seguito sia per la ricognizione che per l’aerorifornimento.
La storia continua oggi con le versioni -E, -F  e -G, più grandi di quelle originali, apparentemente una nuova conversione, ma in realtà una vera e propria riprogettazione camuffata per fini politici.
Ad oggi, nel 2019, I Super Hornet sono entrati in servizio di prima linea già da vent’anni, a sostituire i Grumman F-14, A-6 e EA-6B; i primi sono stati ritirati da molto tempo, i secondi sono invece rimasti in servizio fino a pochi mesi fa; nel frattempo sono rimasti in servizio solo pochi Hornet delle versioni -A, -C e -D che vengono affettuosamente definiti “vintage” e che sono anch'essi destinati al ritiro entro pochi mesi.
Il modello della versione -A è rappresentato come appartenente ai Blue Angels, contemporaneo all'epoca in cui l'ho costruito, il 2000; essi lo usano dal 1986, ma si sa che è prossimo il passaggio alla versione -E.
FIGLIO DEL RIDIMENSIONAMENTO       
L'F/A-18 Hornet segnò l'inizio di una nuova epoca nell'Aviazione Navale Statunitense, quella caratterizzata da un certo ridimensionamento.
All'inizio degli anni '80, a causa della prolungata contrapposizione politica tra i due blocchi, le spese militari degli stati coinvolti erano arrivate a livelli insostenibili e tutti sentivano il bisogno di una loro riduzione. D'altro canto, basandosi sugli ultimi quaranta anni di storia, si pensava che la probabilità di una guerra tra giganti di elevato livello tecnologico fosse molto remota, mentre al contrario erano considerati molto probabili scontri di bassa intensità nei quali non era necessario l'uso di armamenti molto sofisticati e costosi. I governi e le forze armate, quindi, da un lato indirizzarono la ricerca industriale verso tipi di aerei meno costosi e dall'altro pensarono di rendere più snelle le loro organizzazioni militari, semplificando, tra l'altro, la composizione dei loro arsenali.
Tra la fine degli anni '60 e l'inizio dei '70 sulle portaerei americane era possibile vedere molti tipi diversi di velivolo; c'erano almeno due caccia diversi, l'F-4 Phantom e l'F-8 Crusader, che poi scomparve ma fu sostituito dall'F-14 Tomcat; gli aerei da attacco potevano essere addirittura quattro: il leggero A-4 Skyhawk, il pesante A-6 Intruder, il medio A-7 Corsair, e comunque si vedeva ancora il grande A-3 Skywarrior, anche se ormai con altri ruoli. Poi c'erano gli aerei da trasporto, gli aerei da sorveglianza radar, gli elicotteri da trasporto e quelli per la lotta antisommergibili. Lo sforzo gestionale per tenere in efficienza tutta questa congerie di macchine volanti era enorme e costosissimo.
C'era stato un tentativo di standardizzazione degli aerei da caccia, con l'F-111, ma si era visto che Navy e USAF avevano esigenze e requisiti tecnici troppo diversi tra loro, ed il programma di unificazione si era fermato.
Così nacque l'Hornet che dimostrava comunque la sua modernità su tre aspetti:
- faceva uso di materiali e tecniche di costruzione avanzati, quindi era piuttosto leggero e più facile da manutenere;
- aveva armamenti ed avonica al passo coi tempi, che gli permettevano di essere multiruolo ed ognitempo;
- aveva motori turbofan potentissimi che gli davano un rapporto spinta/peso molto vantaggioso, compreso tra 0.65 e 0.86 .
L'Hornet era veramente multiruolo perché da un lato rinunciava ad essere un purosangue della caccia, come l'F-14, del quale era molto più lento, 1.8 Mach contro 2.3, dall'altro era sicuramente più manovrabile, come ormai veniva richiesto, perché il Tomcat aveva un rapporto spinta/peso compreso tra 0.57 e 0.60, mentre il Phantom si posizionava tra 0.64 e 0.69.
Fu un grande successo: quasi 1200 esemplari per la Navy ed i Marines ed altri 400 circa esportati, di cui moltissimi ancora in servizio; non è poco per un aereo di oggi. Col passar del tempo sui ponti delle grandi portaerei si incominciò a notare la differenza, per le missioni da caccia, infatti, si vedevano solo F/A-18 e con il ritiro del Grumman A-6 e dei sui derivati, si vedranno veramente solo Hornet; da un punto di vista meramente estetico, saranno per sempre più attraenti di un novellino che sta conquistando spazio: l'F-35.
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