Hanriot HD.2

COSTRUTTORE / MANUFACTURER
Aéroplanes Hanriot et Cie. (France)
ENTRATA IN SERVIZIO / SERVICE START
1917
ESEMPLARE / SAMPLE
Buno 5624, USS Mississippi, 1919
RIFERIMENTO / REFERENCE
"Hanriot HD.2", Windsock Data Files, Albatros Productions Ltd, UK, 1988
CARICHI ESTERNI / EXTERNAL STORES
-
RAPPRESENTAZIONE / DEPICTION
a terra
LAVORO / WORK
COMPLETAMENTO / COMPLETION
#7 - 1996
SCATOLA (ACQUISTO) / KIT (PURCHASE)
"Sopwith Camel", Revell H-628 injected polystyrene (1973)
PARTI AGGIUNTIVE / AFTERMARKET PARTS
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DECAL AGGIUNT. / AFTERMARKET DECALS
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CAMBIAMENTO DI TIPO | |||
scultura |
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sagomatura di laminati |
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fili (piegati o meno) |
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rilavorazione di parti originali |
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decal importate |
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LAVORO DI ARRICCHIMENTO ? | |||
scultura |
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formatura a freddo di laminati metallici |
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sagomatura di laminati |
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fili (piegati o meno) |
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tubi (anche telescopici) |
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asportazione di parti originali |
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taglio e riassemblaggio di parti originali |
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decal auto-prodotte |
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parti importate |
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COLORAZIONE
?-
superfici metalliche
- natural metal > Humbrol 11 (EB) _◍_
superfici in tessuto
- Pontoon Grey > Tamiya JN-1 (AB) _◍_
abitacolo
sabbia Humbrol 63 (EB) _◍_
& crema Humbrol 7 (EB) _◍_
& nero Humbrol 85 (EB) _◍_

TECNICA COLORAZIONE STRUTTURA TETTUCCIO CANOPY STRUCTURE PAINTING TECHNIQUE | ||
smalti a pennello / brushed enamels |

LA SCATOLA / THE KIT
materiale
- buono, ben lavorabile
finitura
- buona, liscia sul metallo e scabra sul tessuto
dimensioni
- corrette
giunzioni (1)
- buone
dettagli
- sufficienti
decals
non usate
DIFETTI
- nessuno di rilievo
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Non fatto male, una scatola comunque molto economica.

LA REALIZZAZIONE (2) | ||
A dire il vero, non è che mi sarei scapicollato per arricchire la mia collezione con l'Hanriot HD.2, un velivo non essenzialissimo ai fini del racconto della storia della U.S. Naval Aviation, però successe che avevo due esemplari del Camel Revell, uno incollato alla meglio senza essere verniciato, e l'altro ancora in scatola. Con il primo feci proprio il Camel e con il secondo decisi di operare questa conversione. | ||
◍ | Un bel lavoro di conversione, le forme e le proporzioni del velivolo Hanriot HD-2 sono ben replicate; non avrei saputo fare di meglio con modello così piccolo ed elementare. | |
◍ | Sulla colorazione ho dei dubbi, non dispongo né di provino, né tanto meno di foto a colori. | |
Tutto è perfettibile, naturalmente, ma francamente non vedo difetti gravi; in definitiva, mi sembra il modellino possa essere accettato così com'è. | ✩✩✩✩✩ |
UN PO' DI STORIA
L'Hanriot HD.1 fu un aereo di buon successo nella I Guerra Mondiale, fu costruito anche in Italia dalla Macchi, che allora era strettamente legata alla Nieuport francese. Era della stessa categoria del Camel inglese anche se un po' meno potente e veloce.
Evidentissimo l'angolo diedro dell'ala superiore; gli aerei di quel periodo, veri fuscelli con pesi inferiori ai 700 Kg, avevano problemi di stabilità al rollìo, quando esposti a raffiche laterali. Il diedro dell'ala correggeva questa tendenza e praticamente tutti i velivoli di quella classe ne erano dotati, quale all'ala inferiore (come il Camel), quale a quella superiore, quale ad entrambe.
Una caratteristica innovativa dell'HD era la configurazione della cabàne, la struttura che collegava la sezione centrale dell'ala superiore alla fusoliera, il cui nome discendeva chiaramente dalla gradita ombra che essa gettava sul posto di pilotaggio. In genere quella struttura era costituita da quattro puntoni (non necessariamente paralleli fra loro) e da non meno di otto tiranti che costituivano le diagonali dei quattro quadrilateri definiti dai puntoni. Nell'HD, i quattro puntoni erano sostituiti da due complessi a W, orientati secondo l'apertura alare, che erano ben robusti e non avevano bisogno di tiranti, un assieme più facile da montare.
Gli Americani acquistarono 26 HD.2, una versione che, essendo munita di galleggianti per l'impiego acquatico, aveva un motore più grande (il Clerget da 130 HP, come il Camel) ed una deriva più estesa. Fu impiegato sul fronte francese e poi una decina furono portati in Patria.
Quei dieci furono riportati allo standard -1, quello terrestre, ma trattennero il motore più potente. Furono imbarcati sulle corazzate, munite di piattaforme di decollo installate sulle torrette cannoniere di prua. Il velivolo fu dotato di un piano planante davanti all'assale del carrello, per evitare rovesciamenti in avanti nel caso di ammaraggio forzato; inoltre furono installate sotto l'ala inferiore anche due sacche autogonfiabili di galleggiamento.
E' chiaro che si trattava di esperimenti, di prove, di qualificazione per i piloti. Al massimo missioni di collegamento con la terraferma, dal momento che, una volta decollati, certamente non si poteva ritornare sulle navi "madri".