Consolidated PB4Y-2 Privateer
COSTRUTTORE / MANUFACTURER
Consolidated Vultee Aircraft Corporation, San Diego, California
ENTRATA IN SERVIZIO / SERVICE START
1944
ESEMPLARE / SAMPLE
BuNo 59483 "Anchors Away", reparto VPB-108, modex Z483, fronte del Pacifico, battaglia di Iwo Jima, 1945
RIFERIMENTO / REFERENCE
"PB4Y-2 Luck be a lady", articolo su Fly Past 2017-11; Key Publishing Ltd, UK
CARICHI ESTERNI / EXTERNAL STORES
-
RAPPRESENTAZIONE / DEPICTION
a terra, finestrino pilota aperto, postazione a bolla di destra inclinata verso il basso
LAVORO / WORK
COMPLETAMENTO / COMPLETION
#66 - 2019
SCATOLA (ACQUISTO) / KIT (PURCHASE)
“PB4Y-2 Privateer”, Revell #04292, injected polystyrene (2009)
PARTI AGGIUNTIVE / AFTERMARKET PARTS
"B-24J Liberator" Eduard 72-066, photoetched brass (cockpit instrument panel)
"PB4Y-2 Privateer Landing Gear (Revell/Matchbox)", Scale Aircraft Conversions 72026, white metal details
DECAL AGGIUNT. / AFTERMARKET DECALS
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LAVORO DI CORREZIONE ▨ | |||
scultura |
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aste (dritte) |
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tubi (anche telescopici) |
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rilavorazione di parti originali |
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taglio e riassemblaggio di parti originali |
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parti importate |
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CAMBIAMENTO DI ESEMPLARE | |||
tubi (anche telescopici) |
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rilavorazione di parti originali |
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decal auto-prodotte |
(disegni PC stampati su foglio decal trasparente) | ||
decal importate |
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LAVORO DI ARRICCHIMENTO ▨ | |||
scultura |
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formatura a freddo di laminati metallici |
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sagomatura di laminati |
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fili (piegati o meno) |
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parti in carta |
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rilavorazione di parti originali |
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taglio e riassemblaggio di parti originali |
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parti importate |
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COLORAZIONE
?-
superfici superiori
- blue ANA 607 > Humbrol 182 (ES) _◍_
superfici laterali
- blue ANA 608 > Humbrol HU5 (ES) _◍_
superfici inferiori
- white ANA 511 > Humbrol 22 (ES) _◍_
carrelli e vani
- green ANA 611 > Vallejo 881 (AB) _◍_
vani motori
- green ANA 611 >
Vallejo 881 (AB) _◍_ & Humbrol 5085 (AB) _◍_
motori
grigio Humbrol 27 (AB) _◍_
& nero Humbrol 85 (AB) _◍_
& argento Italeri 4677 (AB) _◍_
cabina piloti
- green ANA 611 > Vallejo 881 (AB) _◍_

TECNICA COLORAZIONE STRUTTURA TETTUCCIO CANOPY STRUCTURE PAINTING TECHNIQUE | ||
strisce di decal trasparente pre-smaltata a spruzzo / stripes of transparent decal sheet pre-sprayed with enamels |
LA SCATOLA / THE KIT

materiale
- alquanto duro da lavorare
finitura
- buona, lucida
- pannellatura leggermente in rilievo
dimensioni
- buone
- la forma generale è ben rispettata
- le semiali presentano una corretta curvatura ed evidenziano lo svergolamento
giunzioni (1)
- carenti: necessario molto lavoro di coordinamento e adattamento
dettagli
- scarsi
- tutte le velature avevano bordi d'uscita troppo spessi
- abitacolo piloti non male
- tutti i trasparenti buoni e ben profilati
decals
non usate
DIFETTI
- la giunzione longitudinale di fusoliera era insufficiente per il peso delle semiali, è stato necessario introdurre un longherone alare attraversante di ferro
- i ventri delle semiali si presentavano svergolati, a dx è bastato deformare a caldo, per la sx ho dovuto tagliare la porzione esterna, inserire un rinforzo dritto e riassemblare appoggiandomi al dorso
- mitragliatrici solo abbozzate
- necessario aggiungere paratie interne alla fusoliera non solo per chiudere degli spazi visibili ma anche per conferire robustezza
- sequenza di montaggio non sempre comoda, converrebbe fare in modo da installare le torrette in stadi più avanzati in maniera da semplificare le operazioni di verniciatura
- parti dei piani orizzontali distorte e forma degli equilibratori sbagliata alla radice
- orribili aree di ritiro nelle zone di grande spessore, necessario stuccare e livellare
- le gondole motori non hanno nessun riscontro sui ventri delle semiali
- ruote: attenzione alla centratura del foro di installazione
- eliche: presentano giochi all'installazione, problemino per chi, come me, non le incolla, io ho usato del nastro di teflon per inspessire gli alberini
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Anche questa scatola Revell è la riedizione di un modello già esistente di edizione Matchbox alla quale va un plauso per aver commercializzato a suo tempo un modello non molto frequentato;
un plauso anche alla Revell per averlo rimesso in commercio e per aver fornito belle decalcomanie;
le dimensioni generali sono buone ed il modello è somigliante al vero;
i dettagli sono però troppo basici e richiedono un gran lavoro, francamente ho trovato questo modello un po' stancante e alla fine qualche difettuccio l'ho lasciato lì.


LA REALIZZAZIONE (2) | ||
Il Privateer è così diverso dal Liberator che certamente non poteva mancare nella mia collezione; esso è inoltre un aereo interessantissimo ed è valsa la pena di lavorare un po' di più per avere un soggetto che non credo sia molto diffuso; se non fosse esistito questo kit penso che avrei preso un Liberator e l'avrei convertito io stesso. | ||
◍ | Sono particolarmente contento di aver saputo realizzare un esemplare molto particolare. | |
◍ | Un po' di tempo dopo aver installato i trasparenti, mi accorgo che attraggono dall'interno granelli residui di lavorazione, non riesco a capire come evitarlo. | |
◍ | Col passare del tempo mi sono stancato di stare lì a correggere errori e qualcuno, alla fine, ce l'ho lasciato. | |
Alla fine sono riuscito a fare un modello che mi piace; il gran tempo speso (quasi sei mesi) ha dato i suoi frutti. | ✩✩✩✩✩ |






UN PO' DI STORIA ➥
Il PB4Y-2, specifico per la Marina, era una versione allungata e con deriva singola, aveva una buona dotazione di avionica e ben due torrette di difesa in più. I motori non avevano il turbocompressore perché si prevedeva un'utilizzazione a bassa quota. Il suo progetto nacque nel 1943 e le consegne iniziarono nella primavera del 1944 e durarono circa diciotto mesi durante i quali furono costruiti poco più di settecento esemplari. L'impiego operativo nella Seconda Guerra Mondiale non fu quindi grandissimo, anche se ben fruttuoso, ed il grosso della sua vita operativa si svolse nei primi anni della Guerra Fredda.
Anche il PB4Y-2 ebbe delle versioni derivate come quella per l’osservazione meteo, PB4Y-2M; inoltre gli ultimi esemplari volanti, ritirati nel 1962, operarono come droni da addestramento al tiro contraereo: P4Y-2K (la B di bombardiere era stata soppressa).
L'esemplare rappresentato apparteneva allo Squadrone VPB-108 che lo usò negli ultimi mesi di guerra, nella Battaglia di Iwo Jima e durante l'offensiva finale verso il Giappone. Esso aveva una particolarità: il posto del bombardiere era stato soppresso, visto che le missioni erano al livello del mare; al suo posto furono installati due cannoncini da 20 mm "in caccia", cioè operati direttamente dal pilota mediante un traguardo di puntamento installato nel cockpit.
PIU' MODERNO E FORSE ANCHE PIU' BELLO ➥
Vari aspetti colpiscono l’osservatore al primo sguardo:
- la scomparsa dell’architettura bideriva ed il ripristino della deriva singola; questo cambiamento può essere attribuito alla diversa impostazione dell’armamento difensivo, evidentemente le due torrette installate sul dorso della fusoliera erano intese principalmente per il contrasto agli attacchi dall’alto, mentre a quelli sul fianco erano dedicate le due postazioni laterali che, con la nuova configurazione dei piani di coda, avevano coni di difesa più ampi;
- le due postazioni difensive laterali che erano delle vere e proprie gondole semoventi; l’operatore poteva brandeggiare le mitragliatrici in senso longitudinale facendole scorrere su opportune rotaie, inoltre ciascuna gondola poteva ruotare sul piano verticale, incernierata su un asse orizzontale giacente nel piano dell’apertura della fusoliera;
- il sensibile allungamento della fusoliera tutto verso avanti; la tottetta aggiuntiva dorsale e le due postazioni laterali (certamente non leggerissime), evidentemente, spostavano il baricentro parecchio all’indietro e c’era bisogno di bilanciare le masse; ne risultava un’architettura generale con l’ala situata praticamente a metà fusoliera, al contrario del Liberator, che aveva una prua piuttosto corta; nella zona allungata trovavano posto, come testimoniato dai vari bulbi ed escrescenze, le apparecchiature ellettroniche che, all’epoca, erano a loro volta piuttosto pesanti;
- i motori si direbbero installati con una rotazione di 90 gradi rispetto a quelli del Liberator, penso si possa spiegare con un tentativo di velocizzare le operazioni di manutenzione a terra.