Sikorsky RH-53A Sea Stallion
COSTRUTTORE / MANUFACTURER
Sikorsky Aircraft Division of United Aircraft Corporation, Stratford, CT, USA
ENTRATA IN SERVIZIO / SERVICE START
1966
ESEMPLARE / SAMPLE
BuNo 154875, modex DH 17, reparto HM-12, Golfo del Tonchino, 1973
RIFERIMENTO / REFERENCE
"H-53 Sea Stallion", by C.M. Reed, In Action series #174, Squadron/Signal Publications, USA, 2000
CARICHI ESTERNI / EXTERNAL STORES
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RAPPRESENTAZIONE / DEPICTION
parcheggiato, pale rotore in posizione piegata, trave di coda in posizione piegata, struttura dragamine in posizione retratta, portello ispezione riduttore aperto
LAVORO / WORK
COMPLETAMENTO / COMPLETION
#72 - 2021
SCATOLA (ACQUISTO) / KIT (PURCHASE)
“CH-53G Assault Helicopter”, Airfix #6004 injected polystyrene (1981)
PARTI AGGIUNTIVE / AFTERMARKET PARTS
RESKIT RSU72-0019 CH-53 Six Blade Rotor
RESKIT RSU72-0044 CH-53E Folding Tail
DECAL AGGIUNT. / AFTERMARKET DECALS
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LAVORO DI CORREZIONE ▨ | |||
scultura |
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sagomatura di laminati |
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aste (dritte) |
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fili (piegati o meno) |
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rilavorazione di parti originali |
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taglio e riassemblaggio di parti originali |
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CAMBIAMENTO DI VERSIONE | |||
scultura |
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aste (dritte) |
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fili (piegati o meno) |
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rilavorazione di parti originali |
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decal importate |
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LAVORO DI ARRICCHIMENTO ▨ | |||
scultura |
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sagomatura di laminati |
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aste (dritte) |
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fili (piegati o meno) |
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parti in carta |
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rilavorazione di parti originali |
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asportazione di parti originali |
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parti importate |
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tutte le superfici esterne |
| Mo-Lak 15-G | ◍ | ES | ||||||||
pale rotori |
| Humbrol 85 | ◍ | ES | ||||||||
carrelli e vani |
| Mo-Lak 15-G | ◍ | ES | ||||||||
vani aperti (riduttore) |
| Mo-Lak 15-G | ◍ | ES | ||||||||
abitacolo |
| Humbrol 126 Humbrol 85 | ◍◍ | AS | ||||||||
area carico |
| Humbrol 126 Humbrol 129 | ◍◍ | AS | ||||||||
imbottiture |
| Humbrol 209 | ◍ | AS |
TECNICA COLORAZIONE STRUTTURA TETTUCCIO CANOPY STRUCTURE PAINTING TECHNIQUE | ||
smalti a spruzzo sul pezzo trasparente mascherato / enamels sprayed on masked transparent part |
LA SCATOLA / THE KIT | |||||||||||
materiale |
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finitura |
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dimensioni |
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giunzioni (1) |
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dettagli |
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decals |
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DIFETTI |
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●●● | Il modello è bello, ma ci sono quei difettucci che rendono laborioso ottenere un buon risultato. |
LA REALIZZAZIONE (2) | ||
Conoscevo il Sea Stallion dalle fotografie e sapevo che mi piaceva come tutti gli elicotteri Sikorsky; un giorno, però, rimasi stregato: ero a Napoli ed un frastuono rimbombante riempì la stradina stretta ed ombrosa nella quale mi trovavo, volsi gli occhi al cielo giusto in tempo per veder passare un bolide appena sopra ai tetti, una massa scura e scintillante; giurerei di aver visto un casco bianco affacciato da un finestrino laterale, magari mi sbagliavo, ma una cosa è certa: avrei voluto esserci io in quel casco. | ||
◍ | Avendo in mente di costruire anche un Sea Dragon come esempio di una macchina di trent’anni dopo, sono stato ben contento di poter riprodurre uno dei primissimi esemplari usati direttamente dalla Navy; bello l’assieme del rotore RESKIT che rappresenta dettagliaramente le cerniere di piegatura delle pale e mi ha permesso di rappresentarle retratte; buono anche il pezzo RESKIT che riproduce le due centine di chiusura della piegatura della trave di coda (che ho dovuto comunque adattare). | |
◍ | Confesso che questi lavori di correzione delle giunzioni incominciano ad annoiarmi. | |
◍ | Siamo alle solite: ad un certo punto scopro che sul lato interno dei trasparenti si attaccano dei granelli di limatura provenienti da chissà quale recesso; come devo fare per evitarlo? | |
E’ un bel modellino che rappresenta una macchina imponente. | ✩✩✩✩✩ |
UN PO' DI STORIA
La Sikorsky incominciò a lavorare su grossi elicotteri nei primi anni 50 con il suo progetto S-56 (che sarebbe stato HR2S per la Navy e H-37 per gli altri), bimotore a pistoni di cui furono prodotti più di 150 esemplari.
I lavori attorno al Sea Stallion incominciarono nei primi anni 60 secondo una specifica dei Marines per un nuovo elicottero da assalto. Era preceduto lo sviluppo delle aerogru S-60 e CH-54 (il famoso Skycrane o Tarhe, biturbina da 9600 cavalli complessivi, che ancora oggi vediamo nei nostri cieli nell’upgrade della Ericsson); le case elicotteristiche investono molto sui cosiddetti gruppi dinamici (assiemi motori+trasmissioni+rotore principale+rotore posteriore) ed adattano quante più fusoliere è possibile ad ogni gruppo dinamico maturo. Così CH-54 e CH-53 sono intimamente legati e furono sviluppati praticamente in parallelo.
La commissione per il CH-53A arrivò nel 1962 e l’entrata in servizio avvenne quattro anni dopo; le capacità di carico erano state richieste comparabili con quelle di un aereo da trasporto medio: una jeep con rimorchio, un autocarro leggero con rimorchio, un obice da 105, il missile Honest John sul proprio carrello. Proprio per questo fu dotato di rampa di accesso posteriore e con la sua potenza complessiva, che poteva variare da 5700 cavalli a quasi 6900, a seconda dei motori installati, il Sea Stallion poteva ospitare 38 soldati equipaggiati o 24 barelle.
Mentre i primi esemplari già operavano in Vietnam, nel ’68 si passò alla versione -D che poteva aver motori da 7400 o addirittura 7850 cavalli e che poteva trasportare 55 militari equipaggiati; esso, inoltre, aveva pale del rotore e trave di coda ripiegabili con servomeccanismo.
Per i Marines, in dieci anni, furono prodotti 313 esemplari nelle due versioni -A e -D.
Tranne i primissimi prodotti, i CH-53 erano dotati di attacchi per il traino di equipaggiamento dragamine; approfittando di ciò, nel 1971, la Navy prese in prestito 15 CH-53A dei Marines e li fece convertire in RH-53A installando appunto le strutture per il traino di quelle apparecchiature ed i motori T64-GE-413 da 3925 cavalli ciascuno. Quelle macchine furono assegnate allo squadron HM-12 e spedite subito nel Golfo del Tonchino. La missione di sminamento fu perseguita con tale efficienza che furono subito ordinati ex-novo 30 RH-53D, con i motori -415 da ben 4380 cavalli. I nuovi Sea Stallion furono dotati di sonda retrattile per il rifornimento in volo e della capacità di caricare sugli sponson due serbatoi di combustibile da 2000 litri ciascuno. In totale quelle macchine, che furono armate con due mitragliatrici da 12.7 per la detonazione delle mine, potevano pesare quasi 25 tonnellate al decollo. Esse potevano sollevare e trainare diverse apparecchiature dragamine: la Mk103 per la detonazione a contatto, la Mk 104 con sensori acustici, l’aliscafo Mk 105 per le mine magnetiche, la slitta Mk 106 per le acque poco profonde.
La comunità legata ai Sea Stallion fu turbata da un grave lutto nell’aprile del 1980, durante la crisi degli ostaggi americani a Tehran, quando ben otto militi furono persi per la caduta di un elicottero, ed inoltre nella tentata missione di salvataggio, ben sette macchine ebbero problemi, su un totale di otto impiegate.
L’esemplare rappresentato è proprio uno dei primi quindici ottenuti come conversione dai CH-53A dei Marines. Esso è uno di quelli che furono mandati in gran fretta nel Golfo del Tonchino, nel 1973, nell’ambito dell’Operazione End Sweep, per eseguire la campagna di sminamento concordata durante i colloqui di pace di Parigi che preludevano al disingaggio degli Stati Uniti dalla Guerra del Vietnam. La sua colorazione è in grigio scuro lucido uniforme, con le scritte ed i contrassegni ad alto contrasto.
"HEAVY LIFT "
Se si confrontano il CH-53 ed il CH-3E (il Sea King con la rampa posteriore), anch’esso dotato di vano di carico accessibile tramite una rampa posteriore, si vede che il primo non è “spaventosamente” più grande del secondo, la differenza sostanziale sta evidentemente nei pesi, nelle prestazioni e nelle potenze. Quasi 8000 cavalli contro circa 3000 giustificano pesi massimi al decollo più che doppi, 24 tonnellate contro 10. Il Sea Stallion ha comunque un aspetto più robusto del suo cugino più piccolo e si capisce che sia adatto a missioni più impegnative. D’altro canto col Sea King non si sarebbe mai potuto pensare ad una missione di dragamine.
Interessante il rotore principale, una macchina nella macchina, con un mozzo che sostiene (a terra, ma in volo è sostenuto da) sei pale, enormi e snodate; interessante il rotore di coda, costituito da “sole” quattro pale piuttosto grandi, al contrario del Sea King che ne aveva cinque più sottili.
Interessante è anche a posizione dei motori, esterni alla fusoliera; su questo si possono fare tre considerazioni:
• migliore raffreddamento dei motori e minore riscaldamento della cabina;
• migliore accessibilità per la manutenzione, praticamente da tutte le direzioni;
• minore pericolosità in caso di atterraggio forzato (crash landing): la loro massa non graverebbe, nella sua accelerazione verso il basso, sulla cabina, evitando di schiacciarla come invece succede sugli elicotteri che hanno, oltre alla trasmissione ed al rotore, anche i motori “sul tetto”.