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UH-1Y - Mimmo: passione US Naval Aviation

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LE TABELLE SUL LAVORO
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Bell UH-1Y Venom
COSTRUTTORE / MANUFACTURER
Bell Helicopter – A Textron Company, Fort Worth, Texas
ENTRATA IN SERVIZIO / SERVICE START
2008
ESEMPLARE / SAMPLE
Bu. No. 169287, modex TV 00, reparto HMLA-167 Warriors, Marine Corps Air Station New River, Jacksonville, North Carolina, 2022
RIFERIMENTO / REFERENCE
www.dvidshub.net
hml167-hmla167.com
helicopter-decals.de
CARICHI ESTERNI / EXTERNAL STORES
LAU 61 rocket launcher (2x)
RAPPRESENTAZIONE / DEPICTION
a terra, chiuso
LAVORO / WORK
COMPLETAMENTO / COMPLETION
#83    -   2024
SCATOLA (ACQUISTO) / KIT (PURCHASE)
“UH-1Y Venom”, Dream Model DM 720018, injected polystyrene   (2022)
PARTI AGGIUNTIVE / AFTERMARKET PARTS
-
DECAL AGGIUNT. / AFTERMARKET DECALS
"UH-1Y - US Marines HMLA-167 - 169287", Helicopter Decals (Deutschland) #386
LAVORO DI CORREZIONE                 ?  
sagomatura di laminati
  • fusoliera: dettagli sporgenti (P)
aste (dritte)
  • rotore principale: aste di comando sostitutive (P)
  • tubi di Pitot di prua sostitutivi (ST)
  • tergicristalli sostitutivi (P)
fili (piegati o meno)
  • pattino di coda sostitutivo (Fe)
rilavorazione di parti originali
  • supporti pattini principali: modellazione dei fitting di aggancio ai pattini
  • pianale, leva passo collettivo copilota: spostamento alla sinistra del seggiolino
  • pianale, seggiolino copilota: spostamento a destra
  • parabrezza: eliminazione tergicristalli originali di pezzo
LAVORO DI CONVERSIONE                  ?  
CAMBIAMENTO DI ESEMPLARE
decal importate
  • tutti i contrassegni peculiari: foglio "UH-1Y - US Marines HMLA-167 - 169287", Helicopter Decals
  • alcuni contrassegni tipici: scrap
LAVORO DI ARRICCHIMENTO                ?  
fili (piegati o meno)
  • lame di protezione: supportini laterali (Cu)
parti in carta
  • sediolini piloti: imbottiture
COLORAZIONE
?-
superfici superiori
  • blue FS 35237   > Humbrol 145   (SS)   __
superfici laterali e inferiori
  • grey FS 36375   > Humbrol 127   (SS)   __
rotore principale, pale, dorsi
  • grey FS 36375   > Humbrol 127   (SS)   __
rotore principale, pale, ventri
  • black 27038   > Humbrol 85   (SS)   __
rotore principale, pale, bordi d’attacco
alluminio AK 478  (SS)   __
rotore di coda, pale
  • grey FS 36375   > Humbrol 127   (SS)   __
abitacolo
  • black 27038   > Humbrol 85   (SS)   __
area passeggeri
  • black 27038   > Humbrol 85   (SS)   __
imbottiture
grigio Vallejo 325   (AP)   __
TECNICA COLORAZIONE STRUTTURA TETTUCCIO
CANOPY STRUCTURE PAINTING TECHNIQUE
smalti a spruzzo sul pezzo trasparente mascherato /
enamels sprayed on masked transparent part
LA SCATOLA / THE KIT
materiale
  • buono, piuttosto tenero
finitura
  • ottima, dettagli particolareggiati sia incisi che in rilievo
dimensioni
  • corrette, nulla da segnalare
giunzioni
  • accettabilissime, anche se un po’ di stucco qua e là è necessario
dettagli
  • buoni, se non ottimi
decals
non usate
DIFETTI
  • tutte le parti, specie le più piccole, hanno necessitato di gran lavoro di rifinitura a causa delle sbavature e delle evidentissime tracce degli eiettori
  • le parti a doppia faccia, oltre le sbavature, presentavano problemi di registro tra le due metà, esse hanno tutte necessitato di un buon lavoro di scultura di coordinamento
  • le parti speculari (non uguali, ma simmetriche) sono curiosamente indicate con lo stesso numero
  • qualche erroretto di numerazione nelle istruzioni
  • non sono riuscito a verificare l’esistenza degli esemplari proposti della scatola (corrispondenza tra Bu No e modex), per questo motivo ho utilizzato le decal Helicopter Decals
Questo modello ha due volti:
da una parte dei pregi non trascurabili:
- finitura superficiale ottima, con un livello di dettaglio entusiasmante
- un buon corredo di parti in ottone fotoinciso, come griglie esterne e tutte le pareti interne, oltre alle cinture di sicurezza e tanti altri dettagli per la rappresentazione con il rotore in configurazione stivata
- i telaietti del kit sono configurati in modo da offrire un ottimo appoggio per il taglio di separazione delle parti
- proporzioni ottime e forme ben replicate;
dall’altra parte la manifattura di tutte le parti in plastica lascia a desiderare e su tutte bisogna intervenire per rifinirle o per correggerne il mancato allineamento tra le due metà.
Il lavoro richiesto per arricchire o correggere è stato veramente pochissimo perché il modello si presenta già abbastanza ricco e senza errori di riproduzione; le uniche parti rifatte sono forme cilindriche che erano così fuori registro da richiederne la sostituzione.
Nel semaforo, il verde si riferisce al modello, il giallo alla qualità della produzione che richiede molti interventi.

Una menzione particolare alle decalcomanie Helicopter Decals (Deutschland), un’azienda a carattere artigianale che fa dei prodotti veramente ottimi: ben fatti, sottili, adattabili e robusti allo stesso tempo.
LA REALIZZAZIONE   (2)
Già a proposito dell’UH-1C ho spiegato come mi senta “emotivamente legato” a questa famiglia di elicotteri della Bell che ho sempre visto nei nostri cieli, nelle varianti costruite da Agusta. La longevità di questo progetto merita che se ne raccontino almeno le tappe principali e qui siamo all’ultimo stadio. Dopo la versione “corta” monomotore, siamo passati per la versione “lunga”, ancora a motore singolo, e poi alla prima versione bimotore; siamo arrivati infine alla versione “più lunga” con due motori tanto potenti da richiedere un rotore a quattro pale, dopo decenni di macchine bipala caratterizzate dal famoso “chop-chop” che ne rivelava la presenza nel cielo.
A questo punto la collezione sembra completa, ma chi può dire cosa ci riserva il futuro? Negli USA si continua a bocciare progetti per macchine di nuova generazione, probabilmente perché non c’è bilanciamento tra i nuovi costi e i relativi benefìci.
Questo modello non mi ha richiesto un grosso impegno e, se fa una bella figura, il merito è tutto in una buona base di partenza, incluse le decalcomanie aggiuntive.
Forse sarebbe valsa la pena di rappresentare anche questo esemplare con il vano di carico aperto, dato il gran bel dettaglio degli interni; le semifusoliere erano chiuse, tuttavia, ed avrei dovuto separare da esse i portelloni, tagliando le parti; da un lato ho avuto paura di rovinare il gran bel dettaglio superficiale e dall’altro avevo già mostrato gli altri esemplari tutti aperti e non ho voluto essere monotono, vale sempre la considerazione che rappresentare un velivolo chiuso ne rende più apprezzabili le linee complessive.
Inoltre, avrei potuto rappresentare il rotore in configurazione piegata, dato che sono fornite le bellissime strutture di bloccaggio in ottone fotoinciso; non volevo far perdere l’aspetto complessivo del rotore quadripala, magari lo farò quando (Dio volendo) costruirò l’AH-1Z.
La colorazione dei trasparenti superiori, di un verde scuro, non è venuta bene, credo che i colori (Heller acrilici trasparenti) si siano fatti vecchi ed io non riesco più ad ottenerne buoni frutti.
Il rotore principale, con le pale separate dalla crociera centrale, non mi è venuto con la corretta complanarità (colpa la fretta di finire).
A me questo modellino non dispiace per come sia venuto “pulito”, tuttavia non mi sembra particolarmente accattivante.

UN PO' DI STORIA       
Quella che è attualmente l’ultima versione dell’UH-1 (“last” o “latest”? Gli anglofoni distinguono tra “ultima” e “più recente”) ha avuto una genesi alquanto lunga, come ormai succede a molti programmi militari americani, come conseguenza di un’oculata politica di spese militari che presta molta attenzione al rapporto costi/benefici.
Il programma ‘Y partì nel 1996 e in origine le nuove macchine si sarebbero dovute ottenere per conversione di quelle preesistenti cellule ‘N che avevano ancora una buona vita residua. Fu così prodotto il prototipo che volò nel 2001. In seguito, per ottenere elicotteri con vita molto lunga, si decise di costruire velivoli nuovi e le consegne al corpo dei Marines cominciarono nel 2008.
La versione Y si differenzia dalla precedente ‘N per la maggiore lunghezza del vano di carico (circa mezzo metro in più), per il maggior peso massimo al decollo (quasi 8.4 tonnellate, poco meno che raddoppiato rispetto all’’N), per la maggiore potenza dei motori (complessivi 3100 hp, contro i 2500 della ‘N). A questo punto è stato necessario passare ad un rotore a quattro pale, visto che quelli a due pale proprio non bastavano più; la sua nuova struttura, semirigida e parzialmente in carboresina, è comunque molto più moderna. L’avionica è tutta digitalizzata a cominciare dal cruscotto ed inoltre è stata installata l’apparecchiatura FLIR.
I Marines ne hanno ottenuto 160 e, insieme ai “cugini” AH-1Z, li utilizzano in una decina di reparti di attacco leggero compreso un reparto di addestramento. La linea di produzione si era fermata per un po’, ma poi un ordine da parte dell’aviazione Ceca ha portato alla sua riapertura. Qualcosa mi dice che la dinastia UH-1 non è ancora in via di estinzione.
L’Esercito Italiano e i Carabinieri utilizzano una versione imparentata all’UH-1Y: il model 412 caratterizzato anch’esso dal rotore quadripala, anche se parecchio meno potente, in realtà precedente allo sviluppo dell’’Y e derivata direttamente dal ‘212.
L’esemplare rappresentato appartiene al reparto HMLA-167 Warriors, che ancora ne fa uso insieme a vari esemplari dell’AH-1Z Viper. Io non sono riuscito a vederne foto dirette di buona qualità, né in internet, né su pubblicazioni specializzate. Bisogna dire che la ricerca di informazioni sui velivoli contemporanei si è fatta un po’ difficile; me lo sono spiegato con il fatto che gli Stati Uniti si ritengono in situazione di preallarme e proteggono molto le informazioni che ritengono di carattere strategico. In tempi recenti non sono riuscito a ritrovare informazioni che avevo già individuato in passato.
ANCORA PIU' POTENTE        
Quello che salta agli occhi, osservando il Venom, è innanzitutto il rotore quadripala, che, come nelle altre versioni, è ben distaccato dalla fusoliera e a causa di ciò sembra un po’ posticcio, quasi separato da essa. Le pale sono più corte e più elaborate nella forma, con l’estremità a scimitarra e i bordi d’attacco irrobustiti, segno che viaggiano a maggiore velocità rispetto alle versioni precedenti; esse sono incernierate a circa un 20-25% dell’apertura per poter essere ripiegate e ridurre l’ingombro laterale nello stivaggio; la parte interna sembra non portante e comunque tutto l’assieme è in grado di sopportare fuoco nemico piuttosto intenso.
È questo il secondo elemento che colpisce, l’aspetto molto più militarizzato di questo velivolo rispetto alle versioni precedenti; ciò è dato non tanto dall’armamento, che è stato sempre presente su tutte le versioni, ma dalla grande presenza di dispositivi difensivi, come i lanciatori di chaff, due a prua e due a poppa, i sensori di attacco, anch’essi due a prua e due a poppa, inoltre la torretta FLIR, le antenne sia sporgenti che annegate, non ultime le lame tagliacavi. Nei trent’anni che sono passati tra gli sviluppi della versione N e della ‘Y, nel mondo si è sperimentata la vulnerabilità dei mezzi aerei tattici rispetto alle armi leggere, anche terrestri, e tutti i velivoli sono stati dotati di dispositivi di difesa, almeno passiva.
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